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Che cosa penso dell’Italicum

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Si può anche fare dell’ironia sul combinato disposto tra la legge Boschi e l’Italicum. Ma è sbagliato per un semplice motivo: la legge elettorale, pur essendo solo ordinaria, è in grado di modificare l’assetto istituzionale di un Paese, tanto che si parla di Seconda Repubblica proprio per effetto di una legge elettorale diversa (il Mattatellum) da quella che ci aveva accompagnati per mezzo secolo. L’Italicum attribuisce una maggioranza rafforzata di seggi, alla Camera, a favore della lista che supera il 40% al primo turno o vince il ballottaggio. E qui si pone il primo problema: secondo la riforma costituzionale la Camera è la sola ad avere un potere legislativo pieno e completo e a votare la fiducia al Governo, un voto scontato nell’esito giacché l’assemblea è costituita ad immagine e somiglianza dell’esecutivo.

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Ma come si compongono le liste che concorrono alle elezioni? In partiti “personali” organizzati intorno ad un “padre padrone” è lui a stabilire chi è candidato e chi sarà eletto (anche se venisse superato l’escamotage dei capi lista bloccati). Sarebbe quindi il Governo, nei fatti, e per il Governo il leader, a “dare la fiducia” alla Camera.

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E’ una pietosa bugia affermare che non cambiano i poteri del Presidente del Consiglio, perché avrà a disposizione una Camera composta da deputati fedeli e sarà in grado di condizionare l’elezione dei componenti degli altri organi istituzionali. I 100 senatori non potranno mai influire, anche quando partecipano al voto, sulla determinazione delle maggioranze richieste per una banale legge dei numeri. Anche se, in teoria, si aggiungessero tutti, cosa impossibile, alla minoranza della Camera.

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Se questo è il contesto io vorrei che gli italiani provassero ad infilare dei protagonisti in tale circuito. Mettiamo il caso di una vittoria del M5S (cosa più che probabile secondo i sondaggi). Ve lo immaginate un Paese in mano a Beppe Grillo, che manovra il Presidente del Consiglio e, attraverso di lui, domina la Camera?

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Per evitare questo tragico scenario c’è un solo modo: bocciare la legge Boschi votando No (come farò io) il 4 dicembre. In tal modo, non solo resterebbe il Senato (la possibilità di una composizione diversa da quella della Camera, a Palazzo Madama, è una garanzia democratica), ma diventerebbe inevitabile un cambiamento della legge elettorale, a meno di non votare con il Consultellum.

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Queste sono alcune considerazioni di carattere politico. Sul piano tecnico persino i sostenitori del Si ammettono che la legge Boschi fa schifo.



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