“Queste occasioni di confronto aiutano a realizzare quello spirito di collaborazione indispensabile per affrontare le sfide educative e contribuisce al superamento degli stereotipi che da tempo accompagnato le scuole paritarie.” Lo ha scritto il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini alla presidente di Fidae lombarda e blogger di Formiche.net suor Anna Monia Alfieri in occasione del convegno “Una scuola per tutti: il costo standard di sostenibilità” che si è tenuto venerdì scorso presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
L’APPUNTAMENTO
Folto pubblico presente in aula e numerosi i collegamenti in diretta online a riprova dell’interesse e del favore diffuso che suscita l’argomento di una vera parità scolastica. E, a conferma che i tempi stanno cambiando, sabato scorso, nella conferenza stampa per illustrare il disegno di legge di Bilancio, anche il premier Renzi ha fatto dichiarazioni interessanti in merito alla scuole paritarie. Nell’incontro di Milano è stato presentato il volume “Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato”, con prefazione dello stesso ministro all’Istruzione Giannini (edizioni Giappichelli 2015). Hanno parlato i tre autori del volume, il professor Marco Grumo, docente di Economia Aziendale presso l’Università Cattolica e direttore della Divisione Non profit e Impresa sociale di ALTIS; suor Anna Monia Alfieri, docente presso la divisione Non profit e Impresa sociale di ALTIS e Maria Chiara Parola, commercialista ed esperta di gestione di scuole.
LA LETTERA DEL MINISTRO GIANNINI
Il ministro Giannini – non potendo essere presente – ha inviato una lettera significativa: “Come previsto dalla Costituzione, le scuole paritarie rappresentano una delle ‘gambe’ su cui poggia il nostro sistema educativo: corrispondono agli ordinamenti generali dell’istruzione, sono coerenti con la domanda formativa delle famiglie e sono caratterizzate da requisiti di qualità ed efficacia. Non ci sono contrapposizioni, sono a pieno titolo parte del sistema pubblico integrato dell’istruzione“. Le sue parole sottolineano i passi in avanti compiuti e aprono nuovi scenari. “Ormai gli italiani hanno bisogno di punti chiari, di un ascolto serio e risposte fattive al servizio della società“, ha afferma suor Anna Monia, che poi ha aggiunto: “Sono dalla parte dello studente, della libertà di scelta educativa della famiglia in un pluralismo educativo“.
IL COSTO STANDARD DI SOSTENIBILITA’
Il volume propone l’introduzione del costo standard di sostenibilità per tutto il sistema scolastico, rispetto alla quale ormai si sta registrando il crescente favore anche “del mondo laico”. In pratica si tratta di porre al centro della questione lo studente e la libertà educativa della famiglia. Ambedue devono essere liberi di poter scegliere la scuola pubblica, statale o paritaria che sia, senza aggravi di spesa, come avviene ancora oggi. Applicando il costo standard – e quindi dotando ogni alunno di un cachet da spendere nella scuola che intende scegliere – si realizzerebbe finalmente il pluralismo educativo, lo Stato risparmierebbe fino a 17 miliardi di euro e si attiverebbe, infine, una sana concorrenza tra le scuole mirata al miglioramento dell’offerta e della qualità del servizio. “Una proposta innovativa che il governo dovrebbe cogliere al balzo, perché sarebbe la soluzione per realizzare totalmente e pienamente una buona scuola per tutti gli studenti e per tutte le famiglie. Si garantirebbe finalmente in Italia il diritto, già riconosciuto in Costituzione, alla libertà di scelta educativa in un pluralismo educativo, superando il vincolo economico che né la legge numero 62 del 2000, né la numero 107 del 2015 hanno saputo fare, perché entrambe frutto di compromessi e poco coraggiose“, ha commentato suor Anna Monia.
L’ARRETRATEZZA ITALIANA
Purtroppo l’Italia disattende ancora il diritto più naturale che ci sia, classificandosi al 47° posto al mondo in termini di libertà di scelta educativa (a Mosca si sceglie, a Roma no); risultando la più grave eccezione in Europa. A fronte di un diritto disatteso, abbiamo un sistema scolastico regionalista, classista e discriminatorio. La vera soluzione è il costo standard di sostenibilità. “Chiediamoci perché” – afferma suor Monia Alfieri – “il costo standard di sostenibilità può essere concepito per il paziente in ambito sanitario e non per lo studente e chiediamoci anche perché in quelle regioni dove statale-regionale-comunale-privato convivono, all’interno di un’offerta integrata pubblica, il sistema sanitario funziona meglio che altrove. Non sarebbe il caso di pensare ad una soluzione così per la formazione dei nostri ragazzi? Uno Stato che ha voluto riconoscere tanti diritti, perché non garantisce quello riconosciuto dai costituenti nel 1948 come diritto inviolabile e irrinunciabile dei genitori?”
L’APPELLO DI SUOR MONIA ALFIERI
“Quello che ci è toccato finora” – ha continuato suor Monia – “è espresso per bocca del sottosegretario alla Pubblica istruzione Gabriele Toccafondi, che rispondeva nel marzo 2015 sul settimanale Tempi ad alcune perplessità avanzate su quelle pagine: le famiglie di circa 874 mila alunni, di cui 622 mila nella scuola dell’infanzia, 186 mila della primaria e 66 mila della media, poi si comprenderanno anche agli studenti della scuola secondaria di II grado, possono beneficiare della detraibilità del 19% per le spese sostenute per un importo annuo non superiore a 400 euro ad alunno, il Miur stima un risparmio di circa 76 euro a figlio, all’anno, per undici anni di scuola. Ben poca cosa! Speravamo che in un anno e mezzo emergesse qualcosa di più“. “Del resto sostenere le scuole paritarie significa sostenere la scuola pubblica nel suo complesso, poiché ne sono parte integrante. Ad affermarlo è lo stesso ministro Giannini“, ha aggiunto ancora.
L’APERTURA DI RENZI
Per altro anche il premier Renzi ha dichiarato la coessenzialità del servizio fornito dalle scuole paritarie in merito all’allarme lanciato dalla Fism del Veneto in occasione della sua recente visita a Treviso. Secondo Renzi molte realtà paritarie sono un risparmio e un aiuto per lo Stato e svolgono un ruolo pubblico, ha invitato dunque a non fare “polemiche ideologiche inutili”.