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Ford, Volvo, Google, Uber e Lyft. Ecco le prime regole Usa per le auto senza guidatore

Il governo federale americano dà un sì convinto alla rivoluzione delle auto a guida autonoma: una rivoluzione già in atto e un mercato che già si sta formando e al quale serve un elemento fondamentale, la normativa. Lo United States Department of Transportation ha emanato il primo set di linee guida per il settore che, da un lato, rappresenta un deciso avallo alle driverless cars, considerate una svolta per la sicurezza sulle strade, dall’altro tentano di dare delle regole, per quanto morbide, all’industria perché segua degli standard in fatto di sicurezza e privacy. “Nel futuro vediamo automobili senza conducente: i vostri tragitti in macchina si trasformeranno in un momento di relax o in cui potrete proficuamente dedicarvi ad altro. I veicoli a guida autonoma salveranno vite e ci faranno risparmiare tempo e denaro”, ha dichiarato Jeffrey Zients, direttore del National Economic Council. Zients e Anthony Foxx, segretario del dipartimento dei Trasporti, hanno presentato le linee guida insieme.

GLI USA SI PORTANO AVANTI

Gli Stati Uniti hanno un triste primato sugli incidenti d’auto: 40.000 morti l’anno scorso, la cifra più alta dal 2008 e l’aumento più cospicuo anno su anno da 50 anni a questa parte, secondo dati del National Safety Council. Il motivo dell’endorsement all’automazione nei veicoli da parte dell’amministrazione Obama è dunque dettato sia dalla ricerca di una tecnologia sicura che riduca gravi costi umani e sociali, sia dalla volontà di garantire il successo delle tante aziende, di settori trasversali, che lavorano su questa tecnologia, dai grandi automakers tradizionali come Ford e GM alla Tesla di Elon Musk passando per i colossi di Internet come Google, forse anche Apple (sulla cui auto ci sono però voci contrastanti) fino alle start up hitech Uber, che ha già messo su strada le sue auto autonome per il ride sharing, e Lyft, che prepara flotte di veicoli autonomi per il suo servizio. Si tratta di una ricca promessa per l’industria e l’economia americana (anche considerata la concorrenza di altri player in altri paesi, Cina compresa), ma anche di un settore che ha bisogno di ferree normative di sicurezza, come hanno dimostrato recenti incidenti e episodi di hacking.

LE LINEE GUIDA

Le linee guida presentate rispettano la filosofia statunitense del regolare con mano leggera, in modo da evitare il Far West e la frammentazione ma anche non soffocare innovazione e concorrenza. La normativa copre quattro aree: linee guida sulle prestazioni dei veicoli, uno schema che gli Stati dovranno rispettare nel regolare il settore, un quadro delle norme attualmente vigenti e un quadro di nuovi strumenti normativi. Ci sono standard di sicurezza che andranno rispettati nella progettazione e sviluppo delle auto a guida autonoma: sarà necessario prevedere come le auto driverless si comporteranno se la tecnologia ha un malfunzionamento, come saranno protetti e assicurati i passeggeri e come la privacy dei loro dati sarà rispettata. Chi sviluppa auto driverless dovrà prevedere strumenti per proteggere i veicoli dall’hacking e chiarire come i veicoli comunicano tra loro, con le infrastrutture e con gli utenti della strada. Inoltre, viene chiesto alle aziende del settore di indicare come testano e convalidano la loro tecnologia e come condivideranno i dati raccolti dai veicoli.

Tutte queste specifiche di sicurezza dovranno essere inserite dai produttori di auto autonome in una auto-valutazione in 15 punti da mandare alle autorità; attualmente tale documentazione viene presentata su base volontaria ma d’ora in poi diventerà obbligatoria. Al tempo stesso, le norme sono sufficientemente blande (le specifiche non sono così puntuali come nella costruzione di auto tradizionali) da lasciare spazio all’innovazione, ha spiegato Bryan Thomas, portavoce della National Highway Traffic Safety Administration.

SCENDE IN CAMPO OBAMA

L’alleanza del governo con l’industria delle driverless cars è molto preziosa. A inizio anno, il presidente Obama ha proposto di inserire 4 miliardi di dollari nel prossimo budget federale per la ricerca tecnologica e lo sviluppo delle auto autonome nei prossimi 10 anni. Ora il presidente ha anche firmato un editoriale sul Pittsburgh Post-Gazette dedicato alle self-driving cars, scrivendo che potranno salvare decine di migliaia di vite ogni anno e assicurando che le nuove regole sono “flessibili e pensate per evolvere di pari passo con il progresso della tecnologia”.

“Una guida più sicura, più accessibile. Strade meno congestionate e inquinate. Ecco che cosa significa usare la tecnologia per il bene comune. Ma non dobbiamo commettere errori: gli americani meritano di sapere che la loro sicurezza è garantita mentre sviluppiamo e implementiamo le tecnologie di domani”, scrive Obama. “A volte i governi non riescono a tenere il passo con le rapide evoluzioni tecnologiche. Per questo le regole che proponiamo sono flessibili”. Il presidente si dice consapevole del fatto che in America pochi credono nell’opportunità della regolazione dall’alto, ma qui si tratta di un intervento giustificato da una ragione suprema: l’incolumità delle persone.

Secondo Karl Brauer, senior editor di Kelley Blue Book, le regole federali sono efficaci perché garantiscono una maggiore sicurezza senza bloccare lo sviluppo della tecnologia o ritardare il suo arrivo sul mercato di massa. Altro punto a favore dell’intervento dell’amministrazione Obama è l’armonizzazione delle regole su scala federale: al momento vale il “patchwork” di normative statali. Gli Stati devono seguire un modello nel regolare il settore, ma conservano spazi di autonomia, per esempio sulle assicurazioni. Il dipartimento dei Trasporti vigilerà invece sulla tecnologia e il software delle driverless cars e potrà ritirare dal mercato veicoli autonomi o semi-autonomi che non ritiene sicuri.

L’ARMONIZZAZIONE FEDERALE PIACE ALL’INDUSTRIA

Resta il dubbio che i costruttori d’auto vorranno condividere con il dipartimento dei Trasporti tutte le loro informazioni sulla tecnologia che sviluppano e le specifiche di sicurezza, osserva The Verge; forse in futuro, per garantire la desiderata trasparenza, la regolazione “morbida” del governo potrebbe diventare più “pesante”. Tuttavia per ora l’industria automobilistica è soddisfatta delle linee guida federali. Presentare l’assessment di sicurezza obbligatorio non è un problema, perché ovviamente tutte le aziende lavorano per ottenere veicoli sicuri. Ford, che ha annunciato proprie auto completamente autonome per il ride sharing entro il 2021, ha salutato con favore l’armonizzazione normativa a livello federale.

Lo stesso vale per Google: le norme federali autorizzano sia auto driverless che hanno una persona a bordo che interviene in caso di problemi, sia auto completamente prive di personale (come quella che sviluppa Google). In precedenza, visto che ogni Stato decideva per sé, Google si era trovata davanti l’ostacolo del Department of Motor Vehicles della California che aveva proposto di vietare le auto autonome senza alcun essere umano nel veicolo; da allora Big G spingeva per una regolazione nazionale.

SUL MERCATO TRA CINQUE ANNI

Soddisfazione è stata espressa in generale dalla Self-Driving Coalition for Safer Streets, associazione di settore di cui fanno parte, tra gli altri, Ford, VolvoGoogle, Uber e Lyft. L’appoggio del governo, concordano gli esperti, permette di premere l’acceleratore sul rollout delle auto autonome: potrebbero arrivare sulle strade Usa nel giro di cinque anni, dice Bryant Walker Smith, professore alla University of South Carolina.

I consumatori temono che le regole federali possano costringere a archiviare alcune normative statali molto valide, come nota John Simpson di Consumer Watchdog; tuttavia, la stessa associazione si è detta molto soddisfatta della risposta di Washington perché la sicurezza e la trasparenza sono state messe in cima all’agenda: “Troppe volte i produttori d’auto hanno testato i loro prodotti in segreto nascondendo gravi falle”.


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