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Ecco un altro effetto (indesiderato?) della Legge Madia

Pochi, tra i non addetti ai lavori, se lo ricorderanno. L’art.6 del decreto legge di riforma della P.A.-dl 90/2014, in vigore dal 25/06/14- conteneva il divieto di conferire incarichi dirigenziali, direttivi, di studio e di consulenza ai PENSIONATI. Una regola applicata, inizialmente con molte eccezioni. Esclusi – ad esempio – gli incarichi in enti con età pensionabile piu’ elevata, i commissari straordinari degli enti pubblici, gli incarichi in organi di controllo.

Una successiva circolare della Madia (6/2014) aveva precisato che – “per favorire il ricambio generazionale” era vietato a tutte le amministrazioni comprese nell’elenco ISTAT di continuare ad avvalersi di dipendenti in pensione. Disco rosso, inoltre, per le cariche in organi di governo, tranne che per gli incarichi gratuiti e per la durata massima di un anno.

Non ci sono mai piaciuti i diktat che bloccano la libertà dei cittadini. Ovvia allora il quesito se anche gli ENTI CONTROLLATI dal MINISTERO del LAVORO (ossia gli enti previdenziali ed assistenziali privati, con controllo pubblico) rientrassero nella norma.

Ossia se nei COMITATI DIRETTIVI di ENPAM-ENPAV- ENPAF-ONAOSI etc etc (una ventina di enti previdenziali pubblici e privatizzati) I PENSIONATI POTESSERO FAR PARTE dei DIRETTIVI di gestione, essendo per giunta retribuiti.

Il quesito è stato formalmente posto (tramite legali) dalla Federspev al Ministero del Lavoro. La risposta ottenuta, allora, è stata piu’ o meno questa:” La norma Madia riguarda solo i pensionati “nominati” dirigenti, ma non riguarda quelli eletti”.

Per esemplificare, in casa FNOMCeO, ENPAM od ONAOSI, l’incompatibilità non avrebbe riguardato i Colleghi pensionati entrati, negli organismi direttivi, a seguito di elezioni. Parere discutibile, questo, ma parere autorevole e contestato nella sostanza non solo dalla FEDERSPeV ma anche altre organizzazioni sindacali.

Che costoro non avessero torto è dimostrato dagli eventi successivi. Quasi 2 anni dopo, usciva una nuova circolare Madia (n°4 del 10/11/15). purtroppo “passata sotto silenzio”, ma esplicita.

In essa il Ministro ribadiva che …” il DIVIETO si applica a tutti i soggetti ex art.1,c.2, del d.lgs.165/2001 o in quello del conto economico consolidato dell’ISTAT: quindi anche a Enti aventi forma di Società o di Fondazione, nonche’ alle Camere di Commercio”.

Circolare chiara? Ma è restata inapplicata, nella ventina degli Enti citati. Salvo errori od omissioni. Di certo non è stata applicata ne’ dall’ENPAM ne’ dall’ONAOSI. Soprattutto dall’ONAOSI, i cui vertici sono stati rieletti pochi mesi fa.

MA NON FINISCE QUI

Siamo in Italia, è vero, un Paese in cui, di regola, le norme si applicano ai nemici e non si applicano agli amici. In questo caso, pero’, la storia non è finita qui. Si è mosso Poletti (nota all’ONAOSI del 15/09/16), con circolare MA 004-A013-11499, Protocollo N°16085/16, firmata dalla Drssa Concetta FERRARI, Direttore Generale.

Da questa circolare risulta che il Ministero del Lavoro ha cambiato opinione rispetto ad un anno fa. Ora Poletti e C. ritengono che anche l’ONAOSI sia fra gli Enti ai quali si applica la legge Madia. Il Ministero ha inviato la nota citata a vari Enti (la famosa ventina) fra cui anche l’ENPAM.

Risulta a chi scrive che il CDA ONAOSI abbia resa nota la circolare solo il 18 Ottobre. E’ trascorso un mese… Zucchelli (Presidente ONAOSI) si è cautelato ” sospendendosi l’indennità, in attesa di approfondire la questione…”. Ma, alla luce delle norme citate, è evidente che Serafino Zucchelli (pensionato INPDAP d’antan) non possa ricoprire, oggi e domani, la funzione di Presidente ONAOSI. E lo stesso dicasi per parecchi consiglieri degli EPNE etc.

Cosa succederà? Non lo possiamo sapere…

Se l’Italia fosse ancora una democrazia queste norme anti -pensionati non sarebbero state varate. Ma ci sono…

Se l’Italia fosse ancora una democrazia… le regole pensionistiche (giuste o sbagliate) varrebbero per tutti. Non è così.


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