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Alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma parte il Museum Beauty Contest

Anche un quadro può essere votato, come una miss. Negli spazi della Galleria Nazionale d’Arte Moderna si respira aria nuova, con la guida di Cristiana Collu, e questo è il primo esempio, battezzato dal ministro per i Beni e le attività culturali e il turismo Dario Franceschini. Si chiama Museum Beauty Contest, è il progetto dell’artista spagnolo Paco Cao (che anche nel testo denuncia la sua origine iberica) per far eleggere miss e mister Galleria, con voto online.

Franceschini ha ammesso che  il “nuovo allestimento così innovativo, che mescola tempo e opere, farà certamente discutere, ma è giusto così”. Tutto è collegato alla  mostra “Time is out of joint”, che resterà aperta fino al 15 aprile 2018. Per il ministro, “un allestimento non cronologico, com’è questo, rappresenta una sfida indubbiamente interessante, per anni abbiamo vissuto in Italia il paradosso che le mostre fanno grandi numeri di pubblico, molto più alti di quelli di tanti musei che hanno collezioni permanenti stupende. Allora è chiaro che occorre cambiare allestimenti, proporre nuove chiavi di lettura più innovative, in grado di attrarre più visitatori. In questo senso va la riforma del sistema museale, che sta dando frutti importanti. Compito dei nuovi direttori dei musei è proprio far diventare attrattive, innovative, capaci di destare curiosità anche le nostre collezioni”.

A Valle Giulia ecco Giacomo Balla accanto a Marcel Duchamp: oltre cinquecento opere, ovvero un quarantesimo dell’intera collezione, composta da 20 mila pezzi. Le opere saranno spostate per cambiarne la chiave di lettura. Per Collu l’obiettivo “è tornare all’origine delle cose, collegare i tempi fra loro perché alla fine tutto diventa presente”. E così Silvestro Lega si trova insieme a un quadro di Giovanni Boldini e un altro di Lucio Fontana. Claude Monet condivide lo spazio con un’opera di Stefano Arienti, classe 1961.

I lavori hanno consentito il recupero di 5.340 metri quadrati di parquet originale e di 1.800 metri quadri di pavimenti in pietra, marmette e mosaici. Sono state riaperte e restaurate 43 finestre, così come sono state imbiancati 20.500 metri quadrati di pareti, dando più luce all’intero ambiente. Recuperati inoltre 7 mila metri quadrati di giardino e realizzati 244 interventi di restauro sulle opere.



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