La stampa e le donne: sono i grandi nemici di Donald Trump in questa fase, concitata e decisiva, della campagna elettorale per Usa 2016. Con l’endorsement – scontato – del Washington Post, si perfeziona lo schieramento pro Hillary Clinton dei grandi quotidiani, mentre il magnate sostiene che la sua rivale “senza la stampa è zero” e si lancia contro il New York Times che, però, tiene botta. Nel coro delle critiche, in evidenza le voci del presidente Barack Obama e, soprattutto, della first lady Michelle.
Spunta un’altra donna che sostiene di essere stata molestata dal magnate e showman. E spunta pure, in questa tempesta, un unico sondaggio, di Rasmussen Reports, che lo dà avanti nella corsa, 43 per cento a 41 per cento. Il rilevamento Wsj/Nbc in quattro Stati chiave vede, invece, i due contendenti statisticamente pari in Ohio – Trump avanti di un punto –, mentre in Florida, North Carolina e Pennsylvania la Clinton è in vantaggio.
TRUMP/NYT È SFIDA SULLE DONNE
Il New York Times sfida Trump, che minaccia querele, e si rifiuta di ritrattare e di scusarsi per l’articolo con le accuse di molestie sessuali di due donne contro il magnate. Scuse e ritrattazione erano state chieste dall’avvocato del candidato repubblicano. “Si fa querela – replicano i legali del quotidiano – per proteggere la reputazione di qualcuno, ma il signor Trump se l’è rovinata da solo”. E i legali evocano il diritto di cronaca dei giornalisti che hanno doverosamente “controllato le affermazioni delle donne” su “un tema che ha rilevanza nazionale”.
“Sarebbe stato un disservizio non solo nei confronti dei nostri lettori ma dell’intera nazione, mettere a tacere le loro voci”, sostengono ancora gli avvocati del giornale: “Se Trump pensa che i cittadini non hanno il diritto di sentire quel che queste donne hanno da dire e che la legge costringe noi e quanti lo criticano a star zitti”, il NYT “è felice di andare in tribunale per mettere le cose in chiaro”.
UNA NUOVA ACCUSATRICE
Intanto, una quarta donna accusa Trump di avances non richieste: è Natasha Stoynoff, una giornalista di People, che racconta sul settimanale la sua esperienza che risale al 2005. La Stoynoff da qualche tempo seguiva per la popolare rivista l’ “universo Trump”, specie le vicende private del magnate e showman. Nel dicembre 2005 si trovava a Mar-a-lago, lussuoso resort di Trump in Florida, dove doveva avere un’intervista con Donald e la moglie Melania, in occasione del primo anniversario delle loro nozze.
In un momento in cui erano soli, stando al racconto della giornalista, Trump la spinse contro il muro e la baciò senza il suo consenso. La Stoynoff dice che tentò di liberarsi senza riuscirci, fin quando non entrò nella stanza il maggiordomo per avvertire che Melania li avrebbe raggiunti di lì a poco.
Trump nega l’episodio: “Non è mai accaduto”, dice. Ma poi aggiunge una battuta sessista che rischia di peggiorare la situazione: “Pensate davvero che io abbia fatto questo? Ma guardatela […] Non è credibile”.
WP, HILLARY CLINTON FOR PRESIDENT
Il Washington Post dà il suo endorsement a Hillary Clinton: “Nell’oscurità e nella bruttezza di questa stagione politica – scrive il giornale in un fondo firmato dall’Editorial Bord –, una verità incoraggiante è spesso trascurata: c’è un candidato ben qualificato e ben preparato. Hillary Clinton ha il potenziale per essere un eccellente presidente degli Stati Uniti e noi l’appoggiamo senza esitazione”.
“Il candidato repubblicano Donald Trump è terribile, questo è vero, ed è nettamente non qualificato alla presidenza”, aggiunge il giornale, che puntualizza: “Se avessimo creduto che la signora Clinton fosse il minore dei due mali, avremmo potuto invitarvi a votare per lei in ogni caso […] e vi avremmo pure detto il nostro giudizio” su di lei, ma “fortunatamente non è così”.
In chiusura dell’articolo, intitolato esplicitamente “Hillary Clinton for President”, il giornale si dice fiducioso che “la signora Clinton si rivelerà un esempio degno per quelle ragazze che celebrano l’elezione del primo presidente donna degli Stati Uniti. Chi vota per lei potrà tra quattro anni guardare indietro con orgoglio all’avere preso una tale decisione”.