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L’Italia è un Paese di poveri benestanti?

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L’Italia è un Paese di ‘’poveri benestanti’’. L’introduzione dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente che, certificato tramite un attestato, consente ai contribuenti a basso reddito di accedere a prestazioni sociali e servizi di pubblica utilità a condizioni agevolate) si è rivelata un metodo più accurato e preciso per accertare le condizioni di reddito delle persone e delle famiglie.

Si è ridotto, infatti, il numero dei beneficiari delle prestazioni assistenziali e sociali. In particolare, le DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) attestanti un patrimonio mobiliare nullo (conti correnti e quant’altro) sono passate dal 66,8% (anno 2014) al 14,1% (anno 2015) per effetto del rilevamento automatico dei dati presso l’anagrafe tributaria. In parallelo il valore medio dell’ISEE è più che raddoppiato passando da 6.700 a 14.700 euro.

Le famiglie che hanno presentato una DSU a fini ISEE nel 2015 (come ricorda il sito PMI in base a dati del ministero del Lavoro), sono state 4 milioni e 165 mila, per un totale di oltre 13 milioni di persone interessate pari al 21% della popolazione residente, a fronte di poco più di una persona su quattro nel 2014 (il 27,6%), con un calo quindi di circa sei punti.



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