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Mafia Capitale, le 116 archiviazioni e la sindrome di Stoccolma

Michela Brambilla, Nicola Zingaretti e Romana Liuzzo

Nell’inchiesta su Mafia Capitale la (stessa) Procura ha chiesto l’archiviazione per 116 indagati (per imputazioni diverse ma il più delle volte per associazione mafiosa) tra politici e imprenditori. L’inchiesta, che aveva compiuto il giro del mondo, si sta sgonfiando? Finirà che, invece di Mafia Capitale, sarà rinominata Mafia Roma Nord (oppure Mafia Ponte Milvio), con riferimento alle zone dove avevano le basi operative i “mazzettari’’ che sono stati scambiati per Al Capone.

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Il più autorevole dei prosciolti, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha ringraziato la magistratura per la serietà con cui sono state condotte le indagini. Un caso palese di “sindrome di Stoccolma’’.

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Continua la campagna contro i voucher accusati di essere una nuova forma di precarietà. I voucher sono lo strumento per retribuire il lavoro occasionale entro limiti prestabiliti sia per quanto riguarda l’importo annuo (7mila euro) sia quello percepito da ciascun committente (2mila euro annui). Secondo una ricerca realizzata dall’Inps e da Veneto Lavoro (ripresa da PMI) emerge Il profilo medio dei lavoratori pagati con voucher: 36 anni, uomo o donna senza distinzioni, 60 buoni riscossi in media l’anno (478 euro netti, con un guadagno di 217 euro per un terzo del totale e punte di 2.250 euro per un esiguo 2%) per i 4/5 con unico committente annuo. Il gruppo più numeroso di prestatori di lavoro accessorio è rappresentato da occupati presso altre imprese (29%) ma la maggioranza è rappresentata da precari. Nel dettaglio: 23% disoccupati (età media elevata), 18% che percepiscono ammortizzatori sociali, 14% inoccupati, 8% pensionati  e altrettanti che svolgono altro lavoro autonomo, parasubordinato ed operai agricoli. Insomma, come si legge nel rapporto: «al netto dei pensionati, nella stragrande maggioranza non è tanto un popolo “precipitato” nel girone infernale dei voucher dall’Olimpo dei contratti stabili e a tempo pieno (Olimpo a cui spesso non è mai salito) ma un popolo che, quando è presente  sul mercato del lavoro, si muove tra diversi contratti a termine o cerca di integrare i rapporti di lavoro a part-time». Quale è allora il problema? Non sono queste le finalità delle norme istitutive? Se si abolissero i voucher questi lavori scomparirebbero o rientrerebbero nel sommerso.

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