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Matteo Renzi, Graziano Delrio e don Chisciotte

Quando, nel capolavoro di Miguel de Cervantes, don Chisciotte della Mancia (il Cavaliere dalla triste figura), al colmo dell’impotenza, viene sconfitto dal Cavaliere della Bianca Luna, minacciato di morte e deve dichiarare, secondo i patti, che la dama del vincitore è più bella di Dulcinea, pronuncia queste indimenticabili e struggenti parole: «Dulcinea del Toboso è la più bella donna del mondo ed io il più sventurato cavaliere della terra; ma non è bene che la mia debolezza offuschi codesta verità. Affondami nel cuore la tua lancia, o cavaliere, e toglimi la vita, poi che mi hai tolto l’onore». Non vi ricorda questo brano struggente il match, nel tinello di Giovanni Floris, tra il perfido Marco Travaglio e quel personaggio ieratico di Graziano Delrio (che a Don Chisciotte somiglia pure sul piano fisico, tanto da poterlo definire ‘’il ministro dalla triste figura)? Delrio ha difeso fino all’ultimo la bellezza della sua Dulcinea (nella metafora il premier Matteo Renzi), pure essendo consapevole, diversamente dall’hidalgo del romanzo, che Dulcinea, in realtà, non è una immacolata principessa, ma una contadina di nome Aldonza Lorenzo, per di più di facili costumi. C’è poi da dire – a sua discolpa – che don Chisciotte era impazzito. Delrio, per sua fortuna, no.

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Fateci caso. Federico Pizzarotti parla con lo stesso accento degli eleganti topolini bianchi della pubblicità del parmigiano-reggiano.

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Che cosa ha fatto di male l’olio di palma da essere bandito da tutti gli alimenti? Sappiamo per certo che persino il prossimo disegno di legge di bilancio avrà impresso sulla copertina la scritta “senza olio di palma’’. Con la ‘’bollinatura’’ della Ragioneria.

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Chissà perché Sandro Bondi ha deciso di scrivere al Foglio una lettera molto dura nei confronti di Silvio Berlusconi, proprio nel giorno in cui l’ex Cav veniva ricoverato a New York dove si era recato – si dice – per affari? Chi non è mai stato “vergin di servo encomio’’ non può permettersi di sciorinare all’improvviso un ‘’codardo oltraggio’’.

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Come suo solito, al ritorno dall’ultima missione in Arzebaigian, Papa Francesco ha svolto la solita conferenza stampa informale sull’aeromobile. Sono le occasioni in cui non esita a dire fino in fondo ciò che pensa. Ha avuto parole di comprensione cristiana nei confronti delle persone omosessuali e transessuali, ma è stato durissimo contro le subculture del gender, condannando l’indottrinamento che è in corso nelle scuole. I media si sono soffermati sul primo aspetto del discorso del Papa, mentre hanno sorvolato sul secondo.

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A dimostrazione dei guasti del bicameralismo paritario Matteo Renzi è solito ricordare quali sono le leggi approvate dalla Camera, ma ferme al Senato. Tra queste i disegni di legge sulla omofobia e sull’aumento dei termini di prescrizione dei reati. E se fossero queste delle buone ragioni per tenercelo, il Senato?

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