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Perché sono vergognosi i minuetti di Bruxelles contro l’Italia sulle spese per migranti e profughi

Perché il Governo italiano – che venerdi ha inviato a Bruxelles il Documento programmatico di bilancio per il 2017 – dovrebbe accogliere possibili richieste della Commissione Europea di ritoccare al ribasso il rapporto deficit/pil stabilito al 2,3% per il prossimo anno e che anzi il Parlamento aveva autorizzato sino al 2,4%? Quale plausibilità politica potrebbe conferire a tale richiesta una Commissione che sinora si è rivelata (clamorosamente) inadempiente nell’ottenere la redistribuzione nei vari Stati dei rifugiati giunti nel nostro Paese secondo le ripartizioni a suo tempo stabilite e mai rispettate?

Allora la fermezza, a volte apparentemente spavalda, con cui il presidente Renzi negli ultimi giorni dialoga con vari componenti della Commissione – da Moscovici a Juncker – in realtà, a ben vedere, è un comportamento persino obbligato. Ma, insomma, vogliano considerare (finalmente) non solo i costi di mantenimento di tanti nostri fratelli disperati che fuggono dai Paesi di origine in cerca di migliori condizioni di vita e di lavoro, ma anche quelli non facilmente quantificabili rivenienti dalle tensioni che in vari quartieri di tante città si stanno (purtroppo) determinando per la non facile convivenza di nostri concittadini con gli extracomunitari?

Quando i gestori di tante strutture di accoglienza – che stanno facendo autentici miracoli ‘silenziosi’ in diverse realtà del nostro Paese – dichiarano angosciati che si è ormai al collasso e che non vi sono più posti per accogliere ulteriori arrivi, nessuno (a Bruxelles) si pone il problema della tensione quotidiana e del duro stress psicofisico di tante figure professionali impegnate nelle comunità di accoglienza? Ma allora, perché una folta delegazione di Commissari europei non chiede di venire a visitare dal Nord al Sud del nostro Paese alcune delle strutture che ogni giorno accolgono migliaia di disperati giunti in Italia? Perché non vengono a rendersi conto de visu di cosa significhi ogni giorno accogliere, alimentare, curare, vestire, alfabetizzare e possibilmente integrare tanti extracomunitari? Se si facesse qualche vertice europeo in meno e qualche viaggio in più nelle nostre strutture, non sarebbe meglio?

Quando vediamo in televisione gli incontri a Bruxelles con vistosi scambi di pacche sulle spalle e di abbracci fra Commissari europei, Capi di Stato e di governo e altri dignitari, ci viene da pensare che forse quel tempo, almeno qualche volta, quelle personalità o alcune di loro, potrebbero impegnarlo meglio chiedendo di scendere in Italia (o in Grecia) e di visitarvi le strutture di accoglienza, magari provando a dialogare con coloro che vi sono ospitati o che vi lavorano. O gli ‘sdentati’ – come sprezzantemente il presidente Hollande avrebbe definito i poveri secondo le recenti rivelazioni della Signora Trierweiler – gli provocherebbero repulsione anche in Italia?

In questa fase – ha detto Renzi reduce dal viaggio negli Usa – l’Europa spaventa l’America? Certo, ma ancor prima degli americani questa Europa spaventa gli europei e noi italiani prima di tutti. E’ bene che lo si comprenda sino in fondo a Bruxelles.

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