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Snam, Fca e Iveco. Cosa prevede l’accordo con il governo sul metano

Di Fernando Pineda e Gianluca Zapponini

Metano carburante del futuro? Per il governo italiano, sì. Prova ne è l’accordo siglato questo pomeriggio al ministero dello Sviluppo Economico da Fca, Iveco e Snam, per lo sviluppo di questa tipologia di gas in alternativa ai carburanti tradizionali. A presentare l’intesa, il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda, il responsabile dei Trasporti Graziano Delrio, il Coo di Fca Region Emea, Alfredo Altavilla, il presidente di Iveco Pierre Lahutte e il Ceo di Snam Marco Alverà. Obiettivo dell’intesa, accelerare sulla distribuzione del metano e al contempo aumentare la costruzione di auto a gas e intensificare la realizzazione di nuovi distributori ad hoc.

COSA PREVEDE L’ACCORDO

Gli scopi stati delineati dal numero uno di Snam Alverà. “Azzerare le polveri sottili e salvaguardare l’ambiente, questo è un aspetto industriale”, ha spiegato il manager, sottolineando anche “vantaggi di carattere sociale: con un’auto a metano una famiglia italiana risparmierà fino a 800 euro all’anno”. Nell’elenco dei vantaggi inoltre entra di diritto l’efficientamento energetico, di cui l’Italia ha un grande bisogno. “Questo accordo ci permetterà di rientrare tra i Paesi leader nell’efficienza energetica”, ha chiarito Alverà.

L’OBIETTIVO DI SNAM

Il fine dell’azione del gruppo capeggiato da Alverà è quello di supportare lo sviluppo del metano (CNG) come carburante alternativo per autotrazione (auto, camion, bus), ricoprendo un ruolo attivo nel potenziamento dell’infrastruttura e dei punti di distribuzione a livello nazionale (attualmente circa 1.100). Da un punto di vista operativo, la realizzazione dei nuovi distributori avverrà secondo modalità di sviluppo sinergiche tra la rete e il parco circolante dei veicoli. L’obiettivo è garantire anche una diffusione equilibrata delle stazioni a metano nei diversi territori regionali, con focus sul Sud e sulla rete autostradale. I benefici,

IL RUOLO DI FCA E IVECO

Ma cosa dovranno fare, invece, le case automobilistiche? Semplice, aumentare la domanda di auto a gas. Come? Incentivando l’offerta di auto a metano attraverso bonus e facilitazioni nell’acquisto. Iveco per quanto riguarda i veicoli commerciali, Fiat Chrysler per quanto concerne le vetture ad uso cittadino. Dal canto suo Snam dovrà dare man forte alla distribuzione di gas attraverso la sua rete, per soddisfare il crescente fabbisogno della popolazione, sospinto per l’appunto da una maggiore produzione di veicoli a gas.

UN NUOVO PARCO CIRCOLANTE

Lo scopo finale non è solo ridurre le emissioni di anidride del 40% ma anche ridisegnare l’intero parco mezzi italiano, bus, camion o auto che siano. Attraverso il metano da autotrazione il governo punta a immettere in circolazione fino a 3 milioni di veicoli a gas per i prossimi 10 anni, portando a 2.000 le stazioni di servizio per il metano. Il tutto, nei piani del ministero dello Sviluppo economico, dovrebbe portare a investimenti per 1 miliardo nelle infrastrutture per la distribuzione del metano.

I RISPARMI E IL MERCATO DEL LAVORO

Ma quali saranno i risparmi per i consumatori? Il governo si attende fino a 800 milioni di euro nell’arco di 5 anni, mentre per quanto riguarda il mercato del lavoro dal Mise fanno sapere come “ci saranno diverse ricadute occupazionali”, senza tuttavia fornire cifre dettagliate.

INCOGNITA INCENTIVI

Il vero problema però riguarda gli incentivi. I costruttori di auto ci metteranno del loro, va bene, ma anche l’esecutivo dovrà dare una mano. Sarà così? Non si sa. Alla domanda sulla possibilità di sgravi ad hoc, Delrio ha risposto “per il momento non sono previsti, sempre che il ministro Calenda non insista”. Il responsabile dello Sviluppo ha da parte sua “girato” la questione al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan affermando: “Dobbiamo chiedere a Padoan cosa ne pensa”.



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