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Che cosa si è detto al summit mondiale delle cooperative a Quebec City

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Dall’11 al 13 ottobre scorsi si è svolta a Quebec City, la capitale amministrativa del Quebec, la terza edizione dell’International Summit of Cooperatives.

Lanciato nel 2012, l’International Summit of Cooperatives costituisce un evento biennale chiave per lo sviluppo degli affari delle cooperative e delle aziende con un focus mutualistico. L’evento attrae partecipanti da tutto il mondo. Quest’anno gli iscritti al summit sono stati oltre duemila in rappresentanza di novanta Paesi. Essi hanno partecipato a tre giornate di immersione totale sulle problematiche del mondo cooperativo, nonché sulle sfide e le opportunità con cui esso si deve confrontare.

Il summit 2016 era intitolato “Il potere di agire” con l’intento di evidenziare le azioni e il contributo che le cooperative e le aziende con un focus mutualistico stanno dando in risposta alle sfide attuali che le nostre società debbono affrontare.

Per l’Italia hanno partecipato circa quindici esponenti del mondo della cooperazione e delle aziende con focus mutualistico. Al massimo livello è stata la partecipazione delle Banche Popolari italiane, che erano rappresentate dai drr. Corrado Sforza Fogliani e Giuseppe De Lucia Lumeno, rispettivamente Presidente e Segretario Generale dell’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari, nonché dal dr. Giovanni De Censi, Presidente della Confederazione Internazionale delle Banche Popolari.

I lavori del summit sono stati aperti dalla prolusione del Prof. Joseph E. Stiglitz, premio Nobel per l’economia nel 2001, che ha tenuto un’avvincente relazione su “Disuguaglianza – La situazione economica e geopolitica”. In essa, Stiglitz ha argomentato e mostrato come le crisi finanziaria ed economica abbiano ampliato il divario tra i ricchi e i poveri. Ha poi ribadito come, in democrazia, le nostre società dovrebbero evolversi nell’interesse di tutti, ivi inclusa la classe media, al fine di ridurre le disuguaglianze. Tuttavia, ciò non si sta verificando. E, perciò, si è chiesto cosa si possa fare per rimediare, proponendo vari interventi volti a invertire il trend. In particolare, Stiglitz ha evidenziato come le cooperative siano un attore essenziale per invertire il trend verso la disuguaglianza.

Quest’ultima discussione è poi proseguita con la tavola rotonda cui, oltre a Stiglitz, hanno partecipato anche Mark Kramer (Senior Fellow alla Kennedy School of Government della Harvard University e leader di FSG, società non profit di consulenza a sostegno della filantropia e del bene comune) e Jean-Yves Duclos (Ministro della famiglia, della prole e dello sviluppo sociale nel Governo del Canada). Anche dalla tavola rotonda sono emersi molti esempi del ruolo cruciale che le cooperative svolgono nel favorire uno sviluppo inclusivo, che limiti i fenomeni di marginalizzazione salvaguardando la dignità di ciascuna persona.

Dopo queste sessioni plenarie, i lavori si sono articolati per lo più in sessioni parallele e in una serie innumerevole di incontri B2B, attraverso i quali si sono instaurate o rafforzate relazioni che potranno risultare assai utili.

Per quanto riguarda specificamente il settore del credito cooperativo, l’iniziativa di maggior rilievo, il Sectoral meeting 3 sui servizi bancari e finanziari intitolato “L’efficienza del modello bancario cooperativo”, si è svolto al pomeriggio della seconda giornata. Il meeting è stato suddiviso in due differenti tavole rotonde.

Nella prima (“Come stimolare la crescita mediante una regolamentazione appropriata”) sono intervenuti Alain Fradin (CEO del Crédit mutuel francese), Franco Taisch (membro del CdA e del Comitato Audit e Rischi del Gruppo Raiffeisen, Svizzera), Gerhard Hofmann (Presidente della European Association of Co-operative Banks, EACB), Klaus Buchleitner (CEO della Raiffeisenlandesbank Niederösterreich-Wien AG austriaca) e Yasuhiro Hayasaki (Consulente per le strategie globali del Presidente della giapponese The Norinchukin Bank). La discussione si è articolata sul modello di banca cooperativa alla luce della regolazione post crisi. Le banche cooperative sono particolarmente colpite dalle norme vigenti che impongono pesanti oneri a scapito della crescita. In questo contesto, la prima tavola rotonda si è concentrata su come stimolare la crescita attraverso regolamentazioni adeguate. Sono state affrontate una serie di domande: in che modo l’attuale quadro normativo influenza le banche cooperative? Come possono continuare a svolgere il loro ruolo chiave nel finanziare l’economia locale e regionale? Quali sono le raccomandazioni politiche per l’integrazione delle specificità cooperative nelle norme internazionali?

Nella seconda tavola rotonda (“Lo stato dell’arte nella ricerca sulla performance dei modelli di business bancari”) sono intervenuti Guy Cormier (Presidente e CEO del Gruppo bancario Desjardins), André Joffre (Presidente della Banque Populaire du Sud francese), Eric Lamarque (Direttore della cattedra su Management e governance delle cooperative finanziarie, Università Sorbona di Parigi), Hans Groeneveld (Direttore dell’Ufficio Affari cooperativi internazionali alla Rabobank olandese) e Rym Ayadi (Direttore dell’International Research Centre on Cooperative Finance alla HEC Montréal, Canada). Questa seconda tavola rotonda si è concentrata sul punto di vista dei ricercatori in termini di performance e di efficienza del modello delle banche cooperative. Si è perciò discusso di alcuni temi centrali come: quali sono i risultati delle banche cooperative rispetto al resto del settore bancario? Quali sono, per le banche cooperative, le principali sfide e opportunità per il futuro? Perché la loro differenza cooperativa è importante? Perché i regolatori dovrebbero tenerne conto? I rappresentanti delle Banche Popolari italiane presenti all’evento hanno partecipato attivamente al dibattito e agli incontri B2B.



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