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Cosa si è detto davvero al congresso dei Radicali Italiani

Emma Bonino

Con la rielezione a segretario di Riccardo Magi, si sono conclusi ieri, a Roma, i lavori del XV Congresso di Radicali Italiani. Magi, 40 anni, romano, è stato quindi confermato nel ruolo cui era stato eletto per la prima volta giusto un anno fa, al termine del precedente Congresso svoltosi a Chianciano e conclusosi il 1° novembre. Nella tradizione radicale, ripresa da una prassi politica in uso nel Regno Unito, l’appuntamento congressuale ha infatti cadenza annuale.

Nell’anno che verrà, Magi avrà però due nuovi compagni di viaggio alla guida del movimento. Valerio Federico, tesoriere uscente, che al Congresso del 2015 aveva presentato assieme a Magi la mozione risultata vincente, non si è ricandidato; al suo posto è stato eletto Michele Capano, giovane avvocato napoletano. Anche il presidente uscente, Marco Cappato, che peraltro è anche tesoriere di un’altra associazione della galassia radicale, la Luca Coscioni “per la libertà della ricerca scientifica”, ha deciso di non ricandidarsi. Il nuovo presidente di Radicali Italiani è dunque Antonella Soldo, giovane dirigente che si è conquistata la stima dei militanti radicali avendo svolto un ruolo molto attivo nell’organizzazione della campagna “Legalizziamo”, volta a raccogliere le firme necessarie alla presentazione di una proposta di legge di iniziativa popolare sulla regolamentazione della produzione, della vendita e dell’uso della cannabis.

Formato un nuovo vertice, eletto il nuovo Comitato nazionale, cosa farà Radicali Italiani nell’anno che gli si apre davanti? Le forze sono modeste, anche se in leggera crescita: poco più di 900 iscritti. Le ambizioni, invece, sono grandi, per non dire sproporzionate. Ma anche questo appartiene alla tradizione radicale. La tradizione di un movimento esile, quanto a iscritti, e povero di soldi, che è riuscito a incidere sulla realtà del nostro paese grazie a una cultura politica che gli ha consentito di pensarsi non come gruppuscolo di opposizione, ma come forza di governo. E che, grazie a un’intuizione che crediamo di poter attribuire al fondatore, Marco Pannella, ha tradotto in pratica tutto ciò agendo storicamente per campagne, ovvero individuando, di volta in volta, un problema considerato come principale ed elaborando una possibile soluzione legislativa del problema stesso. Dopodichè partiva, appunto, una campagna che veniva portata avanti concentrando su di essa tutte le energie disponibili fino, in diversi casi, a un raggiungimento almeno parziale dell’obiettivo.

Ecco dunque gli obiettivi indicati dalla “mozione generale” presentata da Magi e Capano e approvata a larga maggioranza. Sul piano internazionale, un rilancio in senso federalista del processo di costruzione dell’unità europea attraverso la proposta di una tappa intermedia: una sorta di federazione leggera definita come Unione diplomatica e militare. Inoltre, partendo dall’idea che oggi ci troviamo di fronte a problemi che possono essere affrontati solo tenendo insieme il livello nazionale e quello sovranazionale, Radicali Italiani intende aprire una campagna per far conoscere e approvare le proposte contenute in un corposo dossier intitolato “Governo dei flussi migratori tra lavoro e inclusione sociale”.
Sul piano più strettamente nazionale, rivendicato il successo conseguito nella raccolta di oltre 50.000 firme in calce alla proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis, il Congresso impegna il movimento, da un lato, a dare ulteriore impulso alla sua attività “antiproibizionista” e, dall’altro, a elaborare quattro progetti di legge in materia di giustizia tra cui uno di riforma del Trattamento Sanitario Obbligatorio e un altro di implementazione del cosiddetto Ufficio del processo.

Diversi organi di stampa hanno considerato che l’unico elemento notiziabile del Congresso fosse quel passo dell’intervento di Emma Bonino in cui l’esponente radicale ha affermato che una vittoria del “No” al prossimo referendum costituzionale creerebbe una situazione politica meno favorevole, o anzi più difficile, per l’iniziativa di Radicali Italiani. Va detto, però, che la mozione conclusiva non contiene alcun endorsement a favore del “Sì” e ribadisce anzi i motivi che, nei mesi scorsi, hanno portato il movimento a sostenere la tesi dello “spacchettamento” in più quesiti, relativi ai diversi argomenti oggetto di riforma, del referendum costituzionale.
Su questo terreno, Radicali Italiani ha invece una sua proposta cui sembra tenere molto: è quella di un Referendum Act, ovvero di una legge che riveda l’insieme delle norme relative ai referendum ordinari al fine di rendere più agevole l’accesso a questo tipo di iniziativa anche a piccole organizzazioni. Il tutto nella logica di favorire la partecipazione politica dei cittadini.

Ma, detto questo, non si è ancora detto nulla del clima molto particolare, anche sul piano emotivo, in cui si è svolto il Congresso. Un Congresso il cui slogan era: “Diamo un futuro al futuro”. Con un’allusione evidente al fatto, traumatico per i congressisti, che questo era il primo appuntamento annuale di Radicali Italiani tenuto dopo la scomparsa di Marco Pannella, fondatore e padre del Partito Radicale e della associazioni che compongono la cosiddetta galassia che attorno ad esso si è venuta formando nell’ultimo quarto di secolo.

Ora, come è stato ricordato nel corso del dibattito congressuale, Pannella era un uomo capace di tenere insieme idee e persone anche molto diverse fra loro. E ciò, diciamo noi, sia per una sua originalissima predisposizione al sincretismo ideologico, sia per il carisma personale di cui era indubbiamente dotato. Ma adesso che Pannella non c’è più, le stelle della galassia tendono ad allontanarsi fra loro.

In piccolo, ciò è accaduto quando, non riconoscendosi nella dirigenza della Associazione intitolata a Luca Coscioni, la vedova dello steso Coscioni ha dato vita a una Fondazione intitolata anch’essa al defunto dirigente radicale. In grande, se così si può dire, ciò sta accadendo per quanto riguarda i rapporti fra il Partito Radicale, che si definisce orgogliosamente come “non violento, transnazionale e transpartito”, e l’associazione politica denominata Radicali Italiani.

All’interno di queste due sigle, si sono venuti arroccando due gruppi di dirigenti sempre più lontani fra loro. La querelle, da tempo latente, è esplosa nella primavera scorsa, quando quelli del Prntt hanno censurato la decisione annunciata da Magi, Cappato e Federico, col consenso di Emma Bonino, di presentare liste radicali alle elezioni comunali di Roma e di Milano.
Dopo la morte di Pannella, le cui esequie avevano in qualche modo riavvicinato tutti nel dolore della scomparsa, il conflitto è tornato a manifestarsi ai primi di settembre, in occasione di un congresso straordinario del Prntt ospitato nel teatro del carcere di Rebibbia. Congresso in cui ha prevalso l’ala guidata dagli ex parlamentari Maurizio Turco e Rita Bernardini.

A questo punto la situazione è tale che, come ha detto Lorenzo Strik Lievers nel suo intervento di lunedì scorso, “ci sono due partiti radicali”. Gianfranco Spadaccia, nella stessa giornata, ha peraltro affermato che lui “e altri” non danno per scontato che si arrivi ad una “separazione”, definitiva a quanto si comprende, fra Radicali Italiani e Partito Radicale. E ha quindi annunciato la sua intenzione, condivisa peraltro anche da Bonino, Magi ed altri, di iscriversi per il 2017 ad entrambe le organizzazioni.

Con una formula lessicalmente ambigua e piuttosto politichese, la mozione conclusiva del Congresso di Radicali Italiani ha quindi ribadito “la necessità di riconquistare la vita politica e democratica del Partito Radicale”; e ciò innanzitutto attraverso “l’invito al tesseramento” e “la promozione di un coordinamento aperto ai soggetti dell’area”.

Insomma, in senso lato si può dire che, nei prossimi mesi, Radicali Italiani avrà molte cose da fare. Ma la possibilità che vi sia un futuro comune per le varie anime del mondo radicale appare, quanto meno, incerta.

Intanto, anche i Radicali Italiani parteciperanno alla marcia che il Partito Radicale, nel nome di Marco Pannella e di Papa Francesco, ha organizzato per la mattina di domenica 6 novembre in occasione del Giubileo dei carcertati e che si svolgerà da Regina Coeli a piazza San Pietro.



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