Cara Marion,
sto seguendo con molto interesse la tua campagna elettorale. Messaggi che in gran parte non condivido, altri che sottoscrivo sinceramente.
C’è un punto, per quello che mi riguarda, che ritengo oggi particolarmente importante. Il recupero del gap fra esercizio del potere ed esercizio della sovranità. Un legame che negli ultimi decenni si è perso nel Vecchio Continente; e che ancora non è chiaro come possa essere recuperato.
La sovranità è la capacità dei pubblici poteri di dare risposte ai bisogni dei propri cittadini. Il potere è l’esercizio della forza (in varie forme, non necessariamente armate).
Oggi il potere si è distaccato dalla sovranità: chi governa lo fa in modo autoreferenziale. Governa per mantenere il potere, non per fornire risposte ai cittadini; perché non ne ha la possibilità, non ne ha gli strumenti.
Da un lato, a livello nazionale, non può esercitare la sovranità perché il sistema di interdipendenze è troppo forte e la dimensione dei singoli stati nazionali non è in grado di fornire ai cittadini quei beni pubblici di cui hanno sempre più bisogno (sicurezza, stato sociale, istruzione, ricerca e formazione); a meno di non voler innalzare muri, ripristinare dazi, riappropriare gli spazi economici da parte di quelli politici, etc. Oggi la capacità di esercitare la sovranità non può che avvenire a livelli continentali, per poter sedere ai tavoli dove si giocano i destini del mondo, insieme ad altre potenze di dimensione continentale (USA, Russia, Cina, India, Brasile).
Dall’altro lato, laddove esisterebbe la sovranità, la capacità di fornire risposte concrete ai cittadini, ossia a livello europeo, non esiste la possibilità di esercitare il potere, soprattutto a causa dei diritti di veto sulle decisioni più importanti dell’Unione Europea, che di fatto è poco più che un sabba di stati che cercano disperatamente di trovare compromessi. Ma non è con i compromessi che si fanno le scelte coraggiose che servono oggi ai cittadini europei: come gestire i flussi migratori, come promuovere la ripresa, come difendere lo stato sociale.
Credo che la Brexit (alla quale guardi con simpatia) sia una scelta legittima. Ma perdente. Nel mondo di oggi la sfida più importante è far coincidere la sovranità con il potere, ma a livello europeo.
Il nazionalismo, inteso come difesa di un’identità collettiva, come urgenza di ripristinare il collegamento fra sovranità e potere, fra capacità di agire e legittimità democratica, non è affatto un male: è un diritto. Ma se perseguito esclusivamente a livello di singoli Stati-nazione non può che portare ai conflitti che abbiamo già conosciuto in passato.
Trasforma il tuo messaggio nazionalista in un messaggio moderno, in grado di riconciliare potere e sovranità a tutti i livelli, da quello locale a quello europeo. Evoca un nazionalismo europeo. Un nazionalismo “francese” non potrà che essere perdente di fronte ai cambiamenti della storia.
Fabio