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Cosa pensa Pier Carlo Padoan dell’economia alla Donald Trump

Ieri all’Accademia dei Lincei è stato presentato il volume “Conti pubblici, credito, competitività. L’Italia a una svolta?” di Marco Fortis, docente di economia industriale e Commercio estero all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e vicepresidente della Fondazione Edison. Un instant book che raccoglie gli articoli dell’autore apparsi sul Sole24Ore e sul Messaggero, fra dicembre 2015 e maggio 2016. All’incontro, moderato dal presidente dell’Accademia dei Lincei, Alberto Quadrio Curzio, sono intervenuti anche Gian Maria Gros Pietro, presidente del cda di Intesa San Paolo e il ministro dell’economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, che ha fatto il punto sul recepimento delle istanze italiane nella legge di bilancio europea e sulle conseguenze delle elezioni americane, elementi che, insieme a Brexit e alle imminenti elezioni in alcuni stati europei, contribuiscono a creare uno scenario complessivo mutevole e incerto.

 PADOAN SU TRUMP, BREXIT E SFORAMENTO DEL DEFICIT

Il ministro ha posto l’accento sull’incertezza che in questo momento domina la politica a livello globale, e che ha come conseguenza una pericolosa sospensione delle decisioni: “Mettendo insieme Brexit, Trump, le elezioni del 2017 in Olanda, Francia e Germania, e l’Europa che brilla per la sua assenza, otteniamo un quadro più complesso e incerto di quello che ci ha accompagnato negli ultimi anni. Ciò ha già avuto un impatto sull’attivita dei policy makers europei a livello nazionale, evidente da come viene fissata agenda di Ecofin o dell’Eurogruppo: non sono agende vuote, ma riempite di un approccio in politica economica che mette da parte scelte profonde e radicali. É importante che i policy maker, a livello nazionale, attuino politiche che non scoraggino famiglie e imprese dal prendere decisioni a lungo termine”.

“Non abbiamo idea della futura politica economica d’oltreoceano, ma abbiamo segnali che, se messi assieme, producono risultati inquietanti”, continua il ministro sulle elezioni Usa. “Per esempio, se la nuova amministrazione americana deciderà allo stesso tempo di perseguire una politica protezionistica e di forte stimolo degli investimenti pubblici, finanziati a debito, di eliminare molte delle infrastrutture regolatorie del sistema finanziario, se mettiamo insieme tutte queste cose, otteniamo risultati contraddittori: uno scenario possibile è una forte crescita negli Stati Uniti finanziata a debito, ma allo stesso tempo, un impatto di questa politica espansiva distorto dal fatto che ci si aspettano barriere protezionistiche, che tagliano processi di integrazione come il Nafta”.

Sulla richiesta di sforamento del deficit, Padoan sottolinea che si dovrà riconsiderare il bilancio tenendo conto di una prospettiva europea di gestione delle migrazioni: “Il governo ha chiesto all’Europa di estendere il deficit per il terremoto, che richiede la messa in sicurezza e la ricostruzione, e per le migrazioni, che richiedono accoglimento e sistemazione. Sono circostanze eccezionali, l’Italia si è fatta carico della pressione migratoria e ha offerto la prima risposta per la gestione del confine meridionale dell’Europa, che va difeso non con le armi, ma con politiche adguate, creando le condizioni di sviluppo nei paesi di provenienza. L’Italia sta mettendo i suoi soldi a disposizione di una necessità europea, il governo lo ha detto a chiarissime lettere e il messaggio è stato recepito”.

 QUADRIO CURZIO: CRISI SOTTOVALUTATA, ITALIA HA DIMOSTRATO DI ESSERE FORTE

L’Italia ha fatto fronte a quest’emergenza in un momento difficile come quello dell’uscita dalla crisi economica, puntualizza Alberto Quadrio Curzio: “Il 25% della capacità produttiva si è volatilizzata, ma il paese non è crollato. Mi colpisce che nè in Italia, nè all’estero, si sia capita esattamente la dimensione di questa crisi, che il paese ha resistito e che ora sta cercando di uscire”, ha proseguito il professore che si è detto orgoglioso dei suoi colleghi che hanno accettato la sfida di passare dall’accademia al campo operativo della politica: “La politica è un terreno complesso e rischioso e prima di fare una critica mi chiedo sempre se io sarei stato capace di far meglio. È una domanda che anche i giornalisti dovrebbero porsi”.

FORTIS E GROS PIETRO: CONSUMI AUMENTATI E SISTEMA CREDITIZIO IN EVOLUZIONE

In Italia la situazione sta cambiando sensibilmente, dice Marco Fortis: “Abbiamo ottenuto 656mila posti di lavoro in più negli ultimi due anni e mezzo, dopo l’avvio delle misure per il lavoro. Oggi il numero dei dipendenti è gia superiore ai livelli pre-crisi e i consumi delle famiglie sono aumentati quasi tre volte più del Pil”. Anche il sistema italiano del credito è già cambiato, sottolinea Gian Maria Gros Pietro, presidente del cda di Intesa San Paolo: “Il patrimonio della banca oggi è la relazione con il cliente, che si basa sulla fiducia e sulla competenza del personale, e l’altro grande pilastro di un business model aggiornato è la tecnologia, che richiede un grande investimento nella tutela dal rischio. Il business model è cambiato: con i tassi di interesse così bassi o addirittura negativi che riscontriamo oggi, non si guadagna più con le tradizionali attività bancarie, cioè raccolta del risparmio e investimento. Il margine di interesse, che era la colonna portante delle banche, oggi non è piu così facilmente conseguibile. In Intesa San Paolo il margine di interesse rappresenta il 50% del margine operativo. L’altro 50% viene dalle commissioni”.


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