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Banca Marche e Banca Etruria, ecco perché l’Abi di Patuelli sbraita contro Ue e Bce

basilea

L’Abi prende una posizione netta contro alcune decisioni di Bce e Ue sul settore bancario. Secondo l’associazione, la Vigilanza di Francoforte sta chiedendo una riduzione troppo rapida delle sofferenze, tale da penalizzare il loro valore, mentre Bruxelles ha concesso poco tempo (meno dei due anni previsti dalle direttive Ue) per la cessione delle quattro banche, che saranno vendute con significative minusvalenze rispetto ai valori di libro.

CHI BACCHETTA BRUXELLES E FRANCOFORTE

Sono questi alcuni dei temi trattati in un incontro a Ravenna a cui hanno partecipato il presidente Antonio Patuelli, il dg Giovanni Sabatini e il vice dg Gianfranco Torriero. L’associazione ha anche ribadito le critiche agli stress test («i risultati non sono vincolanti ma fanno impazzire tutto e tutti, è un meccanismo da ripensare», ha detto Patuelli) e alle nuove regole note come «Basilea 4».

I TIMORI SU BASILEA

Secondo l’European Banking Federation, le proposte normative di Basilea farebbero salire i requisiti delle banche dell’Eurozona del 55% (si passerebbe da 1.574 a 2.433 miliardi di Cet1). Un ulteriore incremento del 19% (fino a 2.888 miliardi totali di Cet1) è invece legato al nuovo principio contabile Ifrs 9 (60 miliardi aggiuntivi di Cet1) e alla disciplina Tlac (altri 275 miliardi entro il 2019 e 120 miliardi entro il 2022). Le banche ritengono che il Comitato di Basilea sia andato oltre il mandato (che era quello di non aumentare i requisiti «in modo significativo») e perciò ora gli istituti auspicano uno stop da parte del gruppo dei banchieri centrali internazionali (Ghos) nella riunione a Santiago del Cile di fine novembre.

TROPPE ANSIE PER LE SOFFERENZE BANCARIE

Sofferenze e vigilanza. Per l’Italia il tema dei non performing loans «esiste ma è sovrastimato», ha detto Sabatini, riprendendo le recenti considerazioni del governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco. «Non si può risolvere tutto e subito», ha sottolineato il dg Abi. Dalla Vigilanza Bce c’è stata «eccessiva pressione» anche se «nella guida sui crediti deteriorati si evidenzia che il loro smaltimento richiede tempo. Magari progressivamente ci sarà anche un riconoscimento della necessità di gestire con più saggezza questa eredità della crisi». Il problema, ha evidenziato Sabatini, è che una cessione rapida e a prezzi bassi crea problemi patrimoniali in un momento in cui i mercati non sono propensi a sottoscrivere aumenti di capitale.

LE CRITICHE ALLA VIGILANZA

Più in generale, la vigilanza secondo Sabatini ha commesso «errori di comunicazione» e «pasticci con le regole», come quelle sul Maximum distributable amount. La prospettiva di possibili nuove richieste patrimoniali, come quelle legate alla ponderazione dei titoli di Stato (più volte ventilata dai vertici Bce), hanno prodotto «elevata incertezza». Di conseguenza «la percezione dei mercati è che il settore europeo sia ancora fragile» nonostante il rafforzamento degli ultimi anni. Patuelli ha osservato che sulle sofferenze in Italia ci sono «germogli di recupero», visibili sia nell’aumento delle transazioni che nel rallentamento dei flussi dei nuovi crediti deteriorati. Il presidente Abi ha comunque sottolineato che «ogni costrizione temporale alla vendita svaluta l’oggetto. Se qualcuno ponesse un termine sulla gestione degli npl ne produrrebbe una svalutazione. Quindi sarebbe sbagliatissimo».

NODO GOOD BANK

Quattro banche, risoluzione e bail-in. Il fattore temporale è importante anche nella vicenda delle quattro banche (Marche, Etruria, Ferrara e Chieti) messe in risoluzione un anno fa. Secondo Patuelli «le burocrazie europee hanno fortissime responsabilità. Esiste un termine di due anni per vendere le banche risolute ma i tempi troppo ravvicinati imposti all’Italia hanno creato forti danni al Paese». L’unico termine valido, per Patuelli, dovrebbe essere quello di novembre 2017. Invece la Commissione Ue ha chiesto di chiudere la pratica a breve, entro fine anno. Le minusvalenze saranno pagate da tutto il settore bancario. «Mi aspetto una nuova fattura. C’è solo l’incertezza sul quanto, quando e sul trattamento civilistico», ha aggiunto. Un articolo della legge di bilancio, poi stralciato per motivi formali, aveva previsto la possibilità di spalmare su cinque anni l’onere per le banche e per lo Stato (a causa del minor gettito). La norma potrebbe ora essere inserita in un decreto legge.

DOSSIER BAIL-IN

Riguardo al bail-in, definito «incostituzionale» da Patuelli, Sabatini ha fatto notare che anche in Germania stia maturando una valutazione critica, ma non è chiaro se questa riguardi le regole Ue o soltanto la loro applicazione: in teoria la materia potrebbe essere rivista con l’introduzione di Tlac e Mrel. Quanto al settore bancario italiano, Patuelli ha ricordato che nel Paese ci sono state più riforme che in Germania e Francia, e che i risultati si vedranno in futuro: per esempio già nel 2017 «crollerà il numero di banche».

(Articolo pubblicato su MF/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)


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