La piena ripresa delle relazioni diplomatiche tra Israele e Turchia ha compiuto un passo in avanti. Martedì lo Stato ebraico ha nominato Eitan Na’eh nuovo ambasciatore israeliano ad Ankara, mentre ieri Recep Tayyip Erdogan ha nominato Kemal Ökem nuovo ambasciatore turco a Tel-Aviv.
Le nomine si inscrivono in un percorso intrapreso la scorsa estate e finalizzato a garantire la normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Israele e Turchia, dopo che i due Paesi avevano deciso di interrompere ogni forma di dialogo nel 2010, in seguito all’incidente della Freedom Flotilla, quando nove attivisti, di cui otto di nazionalità turca, sono morti e dieci soldati israeliani, di cui due in modo grave, sono rimasti feriti.
CHI È EITAN NA’EH
Eitan Na’eh sarà il nuovo ambasciatore israeliano in Turchia. Una volta che la nomina sarà ufficialmente approvata, è previsto che i due Paesi interessati annuncino formalmente il reciproco scambio di ambasciatori. Na’eh prenderà il posto di Gabby Levy, precedente ambasciatore israeliano ad Ankara, ed espulso dal Paese nel 2011, all’incirca un anno dopo l’incidente della Freedom Flotilla.
Na’eh, 53 anni, è originario della città di Haifa, quella famosa per il politecnico e i giardini. Israeliano da ben sei generazioni, Na’eh ha conseguito la laurea triennale in Scienze politiche e storia del Medio Oriente presso l’Università di Tel-Aviv. Durante la carriera diplomatica, intrapresa nel 1991, si è specializzato in affari turchi. Dal 1993 è stato ambasciatore israeliano in Turchia per alcuni anni. Dal 2001 al 2005, invece, lo è stato in Azerbaijan. Eitan Na’eh ha anche ricoperto l’incarico di capo dipartimento specializzato in Turchia, Grecia e Cipro presso il ministero degli Affari esteri dello Stato ebraico. Dal 2013 a oggi, Na’eh è stato ambasciatore a Londra.
CHI È KEMAL OKEM
A distanza di un giorno dalla nomina del nuovo ambasciatore israeliano in Turchia, ieri Recep Tayyip Erdogan ha nominato Kemal Ökem nuovo ambasciatore turco in Israele. Il sultano ha scelto Ökem in virtù del ruolo di consigliere di politica estera del primo ministro turco ricoperto fino a oggi.
“Lo scambio di ambasciatori tra i due Paesi rappresenterà il rinnovamento di piene relazioni diplomatiche, interrotte in seguito all’incidente del 2010 della Mavi Marmara”, ha scritto il quotidiano israeliano Jerusalem Post.
LA FINE DELLE RELAZIONI DIPLOMATICHE
I malumori tra Turchia e Israele, le cui prime manifestazioni risalgono già all’Operazione Piombo Fuso – con cui lo Stato ebraico, a cavallo tra il 2008 e il 2009, aveva deciso di neutralizzare Hamas, in seguito all’intensificarsi del lancio di razzi qassam – si sono acuiti nella primavera del 2010, per via dell’incidente della Freedom Flotilla, quando nove attivisti, di cui otto di nazionalità turca, sono morti e dieci soldati israeliani, di cui due in modo grave, sono rimasti feriti. La Fredoom Flotilla era una flottiglia di attivisti pro-palestinesi che, violando il blocco di Gaza, cercavano di trasportare aiuti umanitari e altre merci in supporto della popolazione palestinese.
A un anno di distanza circa dall’incidente, Gabby Levy, allora ambasciatore israeliano ad Ankara, è stato espulso dal Paese, ponendo definitivamente fine alle relazioni tra i due Paesi. In seguito, un report delle Nazioni Unite ha stabilito che il blocco navale imposto da Israele nei confronti di Gaza era conforme al diritto internazionale e che la Turchia non aveva fatto abbastanza per evitare che la flottiglia salpasse dalle coste turche. Il report, però, dichiarava anche che il ricorso all’uso della forza da parte di Israele, per fermare la flottiglia, era stato “eccessivo e irragionevole”.
Dopo sei anni di gelo, e un’intensa attività diplomatica, le parti hanno ripreso a dialogare. Si sono date appuntamento a Roma questa estate, il 26 giugno, e hanno formulato un accordo definitivo, firmato e formalizzato con successo il giorno successivo, che ha sancito la ripresa delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi.