Brexit ed elezione di Donald Trump. Si conferma lo stretto legame che intercorre tra i destini del Regno Unito e degli Usa. Questa volta però il “verso” volge decisamente al negativo. Nel secolo scorso l’alleanza tra i due Paesi ha consentito all’Europa di superare momenti di crisi molto difficili. Nella Grande Guerra l’intervento degli Usa – grazie al un presidente democratico come Woodrow Wilson – fu determinante per assicurare al vittoria alle nazioni dell’Intesa. In seguito se non ci fossero stati nel giro di pochi anni l’elezione di Franklin Delano Roosevelt (anch’esso democratico) per il suo secondo mandato, l’abdicazione di re Edoardo VII, il fallimento della politica di appeasement Di Neville Chamberlain, e il conferimento dell’incarico a Winston Churchill, il “combinato disposto” tra l’isolazionismo dei repubblicani negli Usa e delle “simpatie” per la Germania (fortemente presenti nell’establishment inglese) avrebbero abbandonato il Vecchio Continente al dilagare del nazifascismo. Toccò ancora una volta ad un democratico come Harry Truman di contrastare, nel dopoguerra, l’espansionismo sovietico e consolidare, con importanti aiuti economici, le democrazie europee. Poi fu la coppia Thatcher-Reagan a promuovere e a vincere la sfida della riscossa dell’Occidente attraverso le politiche neoliberali e la globalizzazione.
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A fronte dell’avanzare del nuovo fascismo nazionalista, xenofobo e populista l’Europa oggi è sola. Il Regno Unito è passato dall’altra parte (è Theresa May che ‘’se ne fotte’’; non Juncker). E dall’altra parte dell’Oceano arriva un vento mefitico a gonfiare le vele dei vari Grillo, Le Pen, Salvini d’Europa. Un vento mefitico che soffierà anche il prossimo 4 dicembre nelle urne del BelPaese.
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Per fortuna, sarà la maggioranza repubblicana al Congresso a mettersi di traverso sul cammino dell’Amministrazione Trump. I populisti, gli isolazionisti sono anche degli accaniti statalisti, degli interventisti, dei demagoghi. Donald Trump ha portato al potere in modo surrettizio il GOP. Ma non gli ha cambiato l’anima.
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Quando si smetterà di gettare risorse in inutili sondaggi? Se fossi negli editori dei quotidiani che hanno inviato fior di giornalisti negli Usa metterei a loro carico le spese sostenute, visto che non ne hanno azzeccata una.