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Referendum costituzionale, tutte le ragioni del Sì e del No

Francesco Clementi, Dario Parrini, Michelangelo Suigo, Mara Carfagna e Alfonso Celotto

Prima e dopo il dibattito sorrisi e strette di mano. Durante, invece, punzecchiature e polemiche da una parte e dell’altra, a dimostrazione del derby ormai in corso in Italia – con tanto di squadre e tifoserie contrapposte – tra i sostenitori del Sì e del No al referendum costituzionale del 4 dicembre.

(Chi c’era al dibattito sul referendum organizzato dalla Scossa di Suigo. Le foto)

A scendere in campo – come se si trattasse di una partita di calcio – il deputato dem Dario Parrini e il costituzionalista Francesco Clementi con la maglia renziana del Sì e, sull’altro fronte, l’esponente di Forza Italia Mara Carfagna insieme al professore dell’università Roma Tre Alfonso Celotto. Nei panni del moderatore, o meglio dell’arbitro, il presidente dell’associazione La Scossa Michelangelo Suigo, impegnato ad arginare l’esuberanza di Celotto, che qualche telecronista sportivo avrebbe definito in trance agonistica.

(Chi c’era al dibattito sul referendum organizzato dalla Scossa di Suigo. Le foto)

Il canovaccio del dibattito è stato più o meno questo: il prof. pro-No nelle vesti del guastatore e Clementi, invece, in quelle di sostenitore della riforma. Il primo all’attacco a elencare quelle che – a suo avviso – sarebbero le storture della Costituzione riformata, il secondo in difesa con un atteggiamento quasi da catenaccio e contropiede: replica secca alle osservazioni del No e rilancio sulle ragioni del Sì.

(Chi c’era al dibattito sul referendum organizzato dalla Scossa di Suigo. Le foto)

Non si capisce cosa dovrebbe fare il nuovo Senato“, ha accusato Celotto. “Consentirà di avere un sistema più governabile, in grado di ridare centralità al Parlamento – con la riduzione dei decreti legge – e di valorizzare le autonomie“, ha risposto Clementi. “Il nuovo articolo 70 è scritto male, è incomprensibile“, ha rintuzzato ancora il costituzionalista di Roma Tre. “La Costituzione non è un concorso di bellezza. Quell’articolo forse è noioso ma ha il pregio di essere chiaro: abbiamo inserito i dettagli per non avere dubbi“, è stata l’ulteriore replica di Clementi.

(Chi c’era al dibattito sul referendum organizzato dalla Scossa di Suigo. Le foto)

Stesse distanze anche tra i due esponenti politici, il democratico Parrini e l’azzurra Carfagna. “Con il nuovo Senato succederà quanto già accaduto con le province: rimarrà l’apparato ma sparirà il diritto di voto dei cittadini“, ha commentato l’ex ministro berlusconiano. “Questa riforma elimina due assurdità: la fiducia votata da entrambi i rami del Parlamento e l’infinito ping pong tra Camera e Senato“, ha, invece, sottolineato Parrini, che ricopre anche il ruolo di segretario del Pd toscana.

(Chi c’era al dibattito sul referendum organizzato dalla Scossa di Suigo. Le foto)

Visioni diverse anche su quella che forse rappresenta in assoluto la parte più condivisa della riforma: la modifica del Titolo V della Costituzione e dei rapporti esistenti tra Stato e Regioni. Il punto di partenza di entrambi i fronti, infatti, è stato lo stesso anche ieri sera: la critica netta verso la riforma varata nel 2001 dal centrosinistra. Gli elementi di contatto, però, si sono fermati qui: sul resto – sulle soluzioni concrete apportate dal testo firmato da Matteo Renzi e Maria Elena Boschi – la distanza è apparsa ancora una volta siderale.

(Chi c’era al dibattito sul referendum organizzato dalla Scossa di Suigo. Le foto)

Neppure sull’eliminazione delle cosiddette competenze concorrenti – in cui allo Stato spetta dettare i principi e alle regioni la disciplina di dettaglio – si è trovato un accordo. “Non è vero che spariscono. Ci sono diversi casi in cui rimangono comunque vigenti“, ha osservato Celotto. “La cancellazione è reale“, ha invece rivendicato Clementi, che poi ha aggiunto: “La riforma del 2001 ha fallito perché l’Italia non è un Paese federale, ma da federare. Abbiamo già atteso 15 anni: non possiamo più aspettare“.

(Chi c’era al dibattito sul referendum organizzato dalla Scossa di Suigo. Le foto)

Riforma che – secondo Carfagna – ha il difetto di non essere intervenuta sulle regioni ad autonomia speciale: “Sono le più privilegiate e spendaccione, eppure non sono state minimamente toccate“. “Quella del Titolo V è una partita tutta interna al centrosinistra“, ha poi ironizzato il portavoce di Forza Italia a Montecitorio: “Avevano già sbagliato nel 2001 e questa volta sono riusciti a fare anche peggio“. Affermazioni alle quali ha risposto con domande – ovviamente retoriche – il deputato dem Parrini: “In questi anni i rapporti tra Stato e Regioni hanno funzionato oppure no? Hanno prodotto costi o no? Sono stati inefficienti o no? La risposta è inequivocabile, con danni innegabili per le imprese e per tutto il Paese“.

(Chi c’era al dibattito sul referendum organizzato dalla Scossa di Suigo. Le foto)

La partita termina così. Ma tra le due squadre chi ha vinto secondo l’arbitro, pardon il moderatore, Suigo? “Ciò che conta sarà la decisione degli italiani. Si tenga conto, a tal proposito, di quanto emerge dalle ultime rilevazioni: solo il 15% dei cittadini si sente pienamente informato sul testo della riforma. Il 60% lo è abbastanza, mentre il restante 35% poco o nulla. Abbiamo organizzato questo confronto proprio con l’obiettivo di far luce sui principali aspetti della riforma e di favorire scelte il più possibile consapevoli“.

L’appuntamento è al prossimo match (uno dei tantissimi in corso in queste settimane in tutta Italia). In attesa della finalissima del 4 dicembre.

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