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Sfide e opportunità per l’Italia con Trump alla Casa Bianca. Parla Simone Crolla

“L’amministrazione Trump sarà all’insegna del pragmatismo e il posizionamento geopolitico italiano, sul Mediterraneo e in Europa, è un elemento che potrebbe essere centrale nel costruire una special relation con gli Stati Uniti”. Parola di Simone Crolla, managing director dell’American Chamber of Commerce in Italy, organizzazione creata nel 1915 con lo scopo di agevolare gli scambi economici tra Italia e Stati Uniti.

Crolla, in una conversazione con Formiche.net, aggiunge: “Se il nostro esecutivo riuscirà a trovare le chiavi di lettura giuste in questo mutato quadro internazionale, il nostro paese potrà beneficiarne politicamente e a livello economico, con l’obiettivo di aumentare l’attrattività italiana verso nuovi investimenti americani”.

Con la vittoria di Donald Trump che cosa cambierà nell’atteggiamento americano verso il mondo?

Credo che la vittoria di Trump non modificherà in modo radicale l’atteggiamento americano verso il mondo, visto che le interconnessioni e i rapporti tra gli Stati Uniti e il resto del mondo sono molto stretti e basilari per l’equilibrio globale. Sicuramente è prevedibile che l’Amministrazione Trump adotterà politiche più focalizzate verso l’interesse dei lavoratori americani – la parola ‘lavoro’ e il motto ‘America First’ sono stati centrali nella campagna elettorale del Presidente Trump – e verso la necessità di condividere le responsabilità nelle aree di crisi con gli altri player internazionali.

Quali conseguenze sono prevedibili sulle relazioni commerciali globali?

Il presidente Trump ha chiaramente manifestato una posizione negativa nei confronti degli accordi di libero scambio per come sono attualmente strutturati, motivo per cui ha minacciato l’uscita dal Nafta (libero scambio tra Stati Uniti, Messico e Canada) e ha bocciato il Tpp (verso i partner del Pacifico) approvato dall’amministrazione Obama. Sul Ttip (con l’Unione Europea) temo che si dovrà ricominciare quasi da zero, considerando che Paesi europei come la Francia e la Germania avevano già evidenziato la loro contrarietà a una rapida approvazione di una prima bozza di accordo. Quel che però va contestualizzato è che la posizione di Trump è sensata in relazione al pesante deficit commerciale degli Stati Uniti, che da sempre hanno offerto un enorme bacino di mercato ai Paesi con un’economia export-oriented. Questo tipo di atteggiamento potrebbe cambiare verso una richiesta di riequilibrio di questo parametro economico. In sintesi, è possibile che si abbia un rallentamento delle relazioni globali nel breve termine, alla ricerca di un nuovo punto di equilibrio nel medio-lungo periodo.

E la Cina? Trump è stato duro con Pechino, tuttavia è possibile che ci sia un adattamento tra i due imperi commerciali: come?

La Cina è il principale detentore del debito pubblico americano (circa il 50 per cento), motivo per cui i rapporti tra Cina e Stati Uniti saranno sempre stretti. Di certo la competizione sul prezzo, la forte flessibilità del renminbi e le lezioni di politica estera di Kissinger riescono a spiegare l’atteggiamento di Trump nei confronti del gigante cinese. Tuttavia, la prima telefonata tra il neo presidente e il leader cinese Xi è stata all’insegna del mutuo rispetto, segno che di certo ci sarà un forte, seppur a tratti franco, dialogo reciproco.

Che cosa cambierà per l’Europa?

L’Europa ha una grande opportunità: quella di darsi finalmente una forma e un’identità definita, che prescinda dall’ombrello statunitense che molti problemi ha contribuito a risolvere. Vedasi il caso Nato: già l’amministrazione Obama aveva contestato il ridotto impegno economico in ambito difesa dell’Unione europea (circa la metà di quanto investono ogni anno gli Stati Uniti). È perciò legittimo che Trump chieda una revisione della mission della Nato a queste condizioni. Se l’Europa ha davvero la capacità di avere una propria posizione nello scacchiere globale che rafforzi l’asse transatlantico è giunto il momento di iniziare a metterla in pratica. Non potrebbe esistere migliore momento di questo.

E per l’Italia?

L’Italia ha la possibilità, a mio parere unica, di divenire il principale interlocutore europeo degli Stati Uniti in Europa, complice il risultato del referendum sulla Brexit. L’amministrazione Trump sarà all’insegna del pragmatismo e il posizionamento geopolitico italiano, sul Mediterraneo e in Europa, è un elemento che potrebbe essere centrale nel costruire una special relation con gli Stati Uniti, vista l’intenzione di affrontare i problemi internazionali con tutti i player coinvolti. Se il nostro esecutivo riuscirà a trovare le chiavi di lettura giuste in questo mutato quadro internazionale, il nostro paese potrà beneficiarne politicamente e a livello economico, con l’obiettivo di aumentare l’attrattività italiana verso nuovi investimenti americani.

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