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Vi racconto il caos a 5 Stelle di Virginia Raggi a Roma. Parla l’ex grillino Suttora

I colpi di scena in Campidoglio non sono finiti e, anzi, ci sarà da divertirsi perché il Movimento 5 Stelle è una fonte inesauribile di buonumore. Parola di Mauro Suttora giornalista, scrittore e grillino dal 2007. I sei mesi tempestosi della giunta M5S a Roma sono frutto di una profonda e insidiosa “guerra tra correnti, non c’entra niente Virginia Raggi” spiega. “Io sono entrato nel Movimento nel 2007 e ricordo che è sempre stato diviso in correnti. Da 3 anni (da quando, cioè, il M5S ha fatto il suo ingresso nel consiglio comunale capitolino, ndr) Roberta Lombardi è la capocorrente a Roma: non ha mai accettato che Raggi le facesse ombra e che non sia stato candidato al suo posto Marcello De Vito”. Per questo, all’indomani dell’elezione della sindaca pentastellata, è stato creato il minidirettorio “in cui oltre a Lombardi c’erano la senatrice Paola Taverna, l’eurodeputato ed ex portaborse di Taverna Fabio Massimo Castaldo e il consigliere regionale Gianluca Perilli. Ufficialmente ‘per aiutare’ Raggi, ufficiosamente per controllare quello che faceva”. Una situazione poco piacevole per la sindaca che non a caso “ha mandato a quel paese il minidirettorio nel giro di poche settimane”.

Ma ora che il primo cittadino romano ha perso il suo “braccio destro” Raffaele Marra, arrestato con l’accusa di corruzione, che è stato allontanato il suo caposegreteria Salvatore Romeo e che è stato declassato un altro suo fedelissimo, Daniele Frongia, riuscirà a rimanere in sella? “Virginia Raggi è una dead woman walking, come lo è stata da agosto fino alle sue recenti dimissioni l’assessore all’Ambiente Paola Muraro. Prima o poi un avviso di garanzia le arriva con tutti i pasticci che ha combinato, poi ha fatto l’errore di mandar via il capo di gabinetto Carla Maria Raineri… Peraltro comincia anche ad essere provata psicologicamente”. Su Frongia e su Romeo Suttora non ha dubbi: “Sono solo due capri espiatori, due concessioni minime al 90 per cento del M5S che in realtà reclamava la testa della sindaca ma si tratta di un compromesso che non tiene. Cosa c’entra Frongia con Marra? Anzi, l’ex vicesindaco si distingue nella mediocrità dei grillini: è un ricercatore Istat che ha pubblicato un ottimo libro “Il sacco di Roma” ma ha il grande difetto di non essere lombardiano. Romeo invece ha la colpa di essersi fatto triplicare lo stipendio da 40mila euro all’anno a 120 mila poi ridotti a 97mila euro. Bisogna ricordare che Romeo era un dipendente comunale a livello quadro specializzato in municipalizzate e principale aiutante del Movimento in Campidoglio dal 2013. Era un attivista ma odiato dagli altri perché sono stimati solo gli “attivisti da tavolino” che stanno per le strade. E invece dava una mano in modo consistente nell’attività quotidiana dei consiglieri comunali tanto che Frongia a un certo punto lo mandò da Lombardi per fargli avere almeno una consulenza e ricompensarlo così per il grande aiuto che forniva. La deputata non lo ricevette neppure”.

Se Roma piange il Paese non ride perché le peripezie della giunta Raggi possono segnare il futuro dei pentastellati a livello nazionale. “L’M5S rischia di essere la più grossa truffa della storia politica d’Italia” afferma Suttora che non risparmia nessuno. “Dopo 48 ore di silenzio dall’arresto di Marra Alessandro Di Battista si è fatto vivo su Facebook con un discutibile video per le sue groupie. Luigi Di Maio ormai è in bilico, con quella bugia agostana sul fatto che non sapeva che Muraro era indagata”.

Intanto si registra pure il “terrore dei 29 consiglieri comunali, degli altri eletti e dei loro portaborse che la legislatura si interrompa prima del tempo. Si tratta di circa 200 stipendi” che molte di queste persone non saprebbero altrimenti come portare a casa. A questo punto, conclude la sua analisi Suttora, “non c’è più una linea di comando”. Beppe Grillo ha detto chiaramente che vuole prendersi una pausa dalla politica per tornare a teatro e Davide Casaleggio non è adatto a prendere le redini del Movimento: “E’ un bocconiano, ha una cultura opposta, di capoazienda che dà ordini. E poi, davanti baci e abbracci, ma alle spalle tutti lo chiamano ‘Trotaleggio’”.



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