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Io, dipendente e azionista di Mps, vi dico come si sta al Monte

Marco Morelli

Cari amici,

vi chiedete in questi giorni perché per Mps non paghi chi questo disastro l’ha combinato.
Me lo chiedo anch’io tutti i giorni dal 2011, perché intanto chi sta pagando sono io col mio stipendio (tranquilli, i bancari del Montepaschi prendono 12 mensilità più la tredicesima e non più i famigerati 16 stipendi) assieme ai miei 26 mila colleghi.

Dal 2012 l’azienda versa per me il 23 per cento in meno del tfr ogni anno, applica sei giornate di solidarietà all’anno (tradotto vuol dire sei giorni a casa senza stipendio). Cosa vuol dire questo? Vuol dire che io pago colpe non mie ora e continuerò a pagarle in futuro con la pensione ridotta (visto che ci andrò col metodo contributivo).
Lavoro da 11 anni e il mio stipendio di quest’anno è più basso di quello del primo anno.

Avete letto sui giornali che pagheranno e hanno già pagato gli azionisti? Io, come azionista della banca ho già pagato perdendo il 99 per cento del valore e delle azioni che avevo. Le azioni non le avevo comprate io per speculazione finanziaria ma mi venivano assegnate come premio aziendale (poco meno di 2000 euro l’anno) e così fino allo scoppio della crisi che, ricordiamoci, crisi non è. Si chiama truffa, si chiama rubare e innanzitutto hanno rubato dalle mie tasche e questi criminali, perché solo così li posso chiamare, hanno nome e cognome.
Vi hanno mai rubato qualcosa? Sapete la sensazione di ingiustizia che si prova? Sapete che rabbia vi rimane dentro?
Cosa provereste a vedere liberi i ladri che vi hanno rubato in casa? E cosa provereste nei confronti di chi quei ladri li deve arrestare e non lo fa?

Tutti i giorni io e miei colleghi andiamo a lavoro con l’ansia di non sapere quale sarà il nostro futuro e tutti i giorni veniamo insultati da chi ci chiama ladri confondendo i bancari con i banchieri. Sapete cosa vuol dire essere insultati tutti i giorni? Sapete cosa vuol dire leggere i commenti sui social che gridano “licenziateli”? Sapete cosa vuol dire assistere a una continua campagna elettorale fatta sulla mia/nostra pelle? E magari da qualche politico che in questa banca qualche interesse, diretto, ce l’ha e lo ha avuto?

Si prova un senso di frustrazione, si prova un senso di avvilimento, si prova sfiducia verso la giustizia, si prova rabbia verso le istituzioni che dovevano vigilare ed invece hanno permesso tutto questo.
Siamo 26 mila e nessuno a livello di pubblica opinione ascolta la nostra voce. Forse perché i bancari sono sempre stati visti come dei privilegiati. Cosa dobbiamo fare per farci sentire? Cosa dovrei dire ai miei colleghi in quanto rappresentante sindacale? Cosa dobbiamo fare? Dobbiamo bloccare le strade? Dobbiamo incatenarci fuori la Consob? Dobbiamo sfondare le porte di Montecitorio?

Credo che qualsiasi nostra azione verrebbe strumentalizzata. Chi la pubblica opinione la forma, sui giornali, in televisione, sui social, parli dei dipendenti perché le condizioni di lavoro di 26 mila persone che stanno pagando per colpe non loro non possono non essere una notizia.

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