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Ecco come i mercati scrutano il referendum costituzionale e il governo Renzi

Matteo Renzi

Domenica 4 dicembre si tiene il referendum costituzionale. I seggi chiuderanno alle h. 23:00, e per la mattina del giorno seguente dovrebbe essere noto il risultato della consultazione. A seguito delle dichiarazioni che hanno prospettato le dimissioni del primo ministro in caso di sconfitta della riforma, la consultazione ha assunto un interesse per i mercati che altrimenti non avrebbe avuto.

LE VOCI DELLE AGENZIE DI RATING

I sondaggi, che hanno mostrato nelle scorse settimane il ‘No’ in costante e significativo vantaggio, infatti, hanno indotto i mercati a scontare in larga parte uno scenario di vittoria del ‘No’ seguito da una crisi di governo, anche se prevale un atteggiamento costruttivo riguardo all’esito finale di quest’ultima. Due agenzie di rating (DBRS e Fitch) hanno annunciato negli scorsi mesi un outlook negativo per l’Italia proprio in connessione alle vicende politiche.

COSA FA LO SPREAD

D’altro canto, la vicenda ha acceso i riflettori sul fatto che il paese andrà comunque ad elezioni entro il maggio 2018. L’allargamento dello spread BTP-Bono, in particolare, sembra riflettere una maggiore cautela riguardo al rischio Italia, anche se i movimenti sono anche influenzati dall’incertezza riguardo alle imminenti decisioni BCE sull’APP e dalla fase globale di rialzo dei tassi di interesse che ha accompagnato le elezioni presidenziali americane.

GLI ULTIMI DATI ISTAT

La seconda lettura del PIL italiano nel 3° trimestre 2016 ha confermato l’incoraggiante crescita di 0,3% t/t già evidenziata dalla prima stima. Inoltre, il dato relativo al 2° trimestre è stato rivisto verso l’alto, a +0,1% t/t dopo che in precedenza era stata stimata una stagnazione dell’attività economica.

COSA SUCCEDE AL PIL

Di conseguenza, la variazione annua del PIL nel 3° trimestre è stata riletta al rialzo a 1,0% da 0,9% della prima lettura(in accelerazione dallo 0,8% del trimestre primaverile). Il dettaglio delle componenti è risultato in linea con le nostre attese. Il dato conferma l’attesa che sia in atto una sorta di passaggio del testimone della ripresa dai consumi delle famiglie agli investimenti delle imprese, che potrebbero trovare nuovo vigore a inizio 2017 con le misure inserite nella Legge di Bilancio.

I DATI SU LAVORO E DISOCCUPAZIONE

Il tasso di disoccupazione è calato all’11,6% a ottobre, dopo essere salito a sorpresa all’11,7% a settembre. Il dato è in linea con le aspettative. Al contrario che il mese precedente, a ottobre si è registrata una diminuzione degli occupati (-30 mila unità dopo le +22 mila di settembre), più che compensata da una minore partecipazione alla forza lavoro. Non escludiamo che negli ultimi due mesi del 2016 le imprese tornino ad aumentare le assunzioni a tempo indeterminato per godere della riduzione contributiva generalizzata in vigore sino a fine anno. Tuttavia, sarebbe un anticipo di assunzioni che potrebbe incidere negativamente sui primi mesi del 2017.

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