Nell’ormai lontano 1994 Achille Occhetto, con la solita prosopopea, annunciava che, dopo il voto, avrebbe mandato Silvio Berlusconi in giro con il piattino. Ciò provocò la discesa in campo del Cavaliere con lo scopo di salvaguardare le sue aziende; ma alla fine vinse persino le elezioni. Poi provarono, l’anno dopo, a metterlo in difficoltà con la proibizione, tramite referendum, delle interruzioni pubblicitarie dei film, all’insegna (farisaica e balorda) del “non si interrompe un’emozione’’. Ci fu, ripetuto, il tentativo di sfilare a Mediaset una rete col proposito di squilibrare la gestione aziendale. Non ci saremmo mai aspettati di assistere ai pellegrinaggi dell’ex presidente del Consiglio per ottenere protezione contro l’assalto di Vivendi, promettendo in cambio appoggi politici a tutti. Persino al M5S per la bufala del reddito di cittadinanza. E i bellicosi parlamentari di Forza Italia, soprattutto quelli più duri con Renzi, zitti e pronti ad eseguire gli ordini. Per loro Ruby Rubacuori è sempre la nipote di Mubarak.
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Matteo Renzi è stato sfortunato. Lo ha fregato Bolloré. Sarebbe bastato che Vivendi anticipasse la scalata di Mediaset di una quarantina di giorni, per indurre Silvio Berlusconi a fare campagna elettorale per il Sì nel referendum sulla legge Boschi.
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Che cosa ha fatto di male l’olio di palma? Nulla. Eppure – per una singolare cabala del terrorismo mediatico – è stato bandito dai prodotti che gli italiani consumano. È quanto capiterà ai voucher. Ogni tanto si deve bruciare una strega. Anni or sono c’era la caccia ai call center. Chi ci lavorava veniva descritto come uno schiavo legato al remo. Oggi tutti, a partire dai sindacati, implorano le poche aziende rimaste in Italia di non fuggire anch’esse all’estero. Poi fu la volta dei cococo. Adesso tocca ai voucher: uno strumento di retribuzione del lavoro accessorio che sta funzionando egregiamente nel rispetto delle norme.
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Una volta mi capitò di eccedere nella polemica e dichiarare in tv che mi aspettavo un golpe dei Carabinieri nel caso in cui il M5S avesse vinto le elezioni. Non avrei mai immaginato che qualcuno mi avrebbe preso in parola, anticipando le manovre golpiste già con Virginia Raggi e la sua giunta. In questi anni ne abbiamo viste di tutti i colori. Ma non ci era mai capitato che la dabbenaggine, l’inesperienza e la stupidità fossero trattate alla stregua di reati penali.
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E’ poi singolare che al M5S venga imputato di essere contrario ai principi della Costituzione. C’è forse qualcuno che pensa di far valere nei confronti dei ‘’grillini’’ la XII Disposizione transitoria e finale: “E’ vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista’’?