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Ecco le vere ragioni del successo del No al referendum

All’indomani della conquista dell’indipendenza sulla case di Algeri stava scritta questa frase: “Un solo eroe, il popolo’’. Vorremmo ritrovarla anche sui muri delle nostre città.

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Matteo Renzi si è assunto la responsabilità di una sconfitta, nel referendum, di tali dimensioni da sorprendere anche i sostenitori del No. A sentire i primi commenti delle “anime belle’’ che consideravano la riforma Boschi un indispensabile passo in avanti (verso cosa e dove?) si tende a scaricare sulle spalle del premier/segretario e del suo governo il peso di un insuccesso tanto clamoroso. In sostanza il 60% dei votanti si sarebbe espressa, in prevalenza, contro Renzi. Ho sentito, nei primi commenti, delle reazioni rabbiose contro il popolo-bue che non avrebbe compreso la bellezza e l’importanza della riforma. In realtà, sarebbe onesto riconoscere che una partecipazione tanto elevata ed una scelta tanto netta non ci sarebbero state se gli elettori non avessero voluto difendere la Costituzione che ha consentito a questo Paese di risorgere e diventare una grande nazione democratica.

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Insigni costituzionalisti, nel loro furore iconoclasta, hanno sommerso di critiche la Carta del 1948 nello stesso momento in cui facevano finta di non vedere gli sgorbi e il dilettantismo con cui si stava squilibrando l’assetto delle nostre istituzioni. Pur di compiacere a Maria Elena Boschi sono arrivati al punto di spernacchiare Piero Calamandrei.

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Sono convinto che un ipotetico referendum sull’azione e le politiche del Governo Renzi non avrebbe avuto un esito tanto negativo. Gli italiani hanno voluto ribadire che – con i tempi che corrono – la Costituzione può garantire quella libertà e quella democrazia di cui godono da settant’anni. E si augurano che nessuno provi più a sfigurarla per inseguire delle mode (il federalismo nel 2016, l’antipolitica adesso).

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Pur di vincere il referendum Renzi non ha esitato a “gettare soldi dall’elicottero’’ sui pensionati e sui dipendenti pubblici, è andato in giro nel Mezzogiorno distribuendo la scarpa destra e promettendo che dopo la vittoria del Sì sarebbe arrivata anche quella di sinistra. Ma gli italiani non si sono fatti abbindolare.

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Volendo imporre una riforma costituzionale sbagliata il giovane caudillo rischia di gettare alle ortiche anche le politiche corrette e positive portate avanti dal suo Governo (a partire dal Jobs act). Anzi i falsari che lo hanno indotto a sventrare la Costituzione ora cercheranno di attribuire alle scelte, utili al Paese, la responsabilità della sconfitta del 4 dicembre.

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Ricordate il volo di Icaro? Pretese di avvicinarsi troppo al sole, ma il calore sciolse la cera con cui il padre aveva costruito le ali. E il ragazzo precipitò nel Mar Egeo.



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