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Matteo Renzi, Pinocchio e Mangiafuoco

All’interno del Pd i partiti nascono come funghi dopo una notte di pioggerella. Sono i ricomparsi i “giovani turchi’’ insieme, dalle nebbie padane, con gli “anziani ferraresi’’. Poi all’improvviso è stata annunciato anche un partito per… Pontassieve.

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Il Cardinale Giacomo Biffi sosteneva che nel libro “Pinocchio, storia di un burattino’’, si trova sempre qualche cosa di attuale nei vari momenti della vita di ciascuno di noi. Al posto di Matteo Renzi faremmo tesoro di questa saggia considerazione e andremmo a rileggerci le pagine sull’incontro tra il burattino e Mangiafuoco (volendo su Google si trova anche il video negli stupendi colori della Walt Disney). Chi sia Pinocchio lo si capisce subito, anche per via della somiglianza. Ma non occorre molta fantasia per scoprire l’identità del Mangiafuoco dell’ex premier.

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Che fine ha fatto Enrico Letta? Non si può dire che l’ex presidente del Consiglio disarcionato con pochi scrupoli dal giovane caudillo abbia quel fiuto che servirebbe in politica. Ha lasciato il compito di difendere la Costituzione alla vecchia Guardia, mentre lui, che avrebbe potuto rappresentare l’alternativa a Renzi alla guida del Partito, si è lasciato trascinare del solito e comodo andazzo: “La nave va….’’. Le battaglie si perdono anche per errori personali.

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Provate a contare le parole del Comunicato Stampa del Quirinale contenente il calendario delle consultazioni. Sono 437. Una ventina in meno dell’articolo 70 Cost. dopo la legge Boschi. C’è bisogno di qualche ulteriore conferma dei motivi di una bocciatura sacrosanta?



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