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Referendum, ecco come hanno votato davvero gli elettori di Pd, M5s, Lega, Forza Italia e Ncd

vignetta post referendum elettori

Un voto coerente con le scelte dei partiti (tranne l’eccezione di Ncd). All’indomani della bocciatura del referendum costituzionale, uno speciale di Swg traccia l’identikit dell’italiano che domenica è andato alle urne: se ne ricava una “tenuta del Pd”, la conferma della “tripolarizzazione dell’elettorato”, il ritorno al voto di oltre dieci milioni di persone, l’emersione di un “blocco sociale nuovo”. Ma andiamo con ordine.

IL VOTO E I PARTITI

Il Pd ha portato alle urne il 91 per cento dei propri elettori che si sono schierati per il “sì” in stragrande maggioranza (83 per cento) a fronte di un 8 per cento che ha scelto invece di non seguire le indicazioni del proprio partito. Alta affluenza – fa notare Swg – anche per i votanti M5S che hanno optato per il “no” nel 76 per cento dei casi e per il “sì” nel 7 per cento. Buoni numeri per Forza Italia e Lega Nord. Pure stavolta si nota una forte coerenza con la scelta dei propri leader: “no” rispettivamente a quota 79 per cento e 80 per cento, “sì” a quota 8 per cento e 9 per cento. Meno solleciti a recarsi alle urne gli elettori di Nuovo Centrodestra e Sinistra Italiana che si sono mostrati anche più indecisi nella scelta. Nel caso di Ncd anzi bisogna rilevare che la maggioranza di loro non ha seguito le indicazioni del partito visto che ha preferito il “no” per il 42 per cento a fronte di un 37 per cento che ha invece votato “sì”. Per Sinistra Italiana il “no” si è attestato al 53 per cento e il “sì” al 25 per cento. Tra i non collocati politicamente, la partecipazione è stata inferiore con il 27 per cento che ha optato per il “sì” e il 38 per cento invece per il “no”.

CONFRONTO CON LE ELEZIONI EUROPEE

Facendo un paragone con le europee del 2014 il Pd ha portato alle urne il 61 per cento dei suoi elettori, ovvero 6,8 milioni, la sinistra il 63 per cento, il Movimento Cinque Stelle e Forza Italia il 68 per cento mentre la Lega è il partito che ha tenuto di più con il 72 per cento. Dall’affluenza registrata domenica emerge che, rispetto alle ultime elezioni, sono tornati alle urne oltre dieci milioni di italiani: di questi 4 milioni hanno scelto il “sì” e 6 milioni il “no”. Secondo Swg si tratta di una quota di elettori di centrodestra che aveva rinunciato al voto due anni fa e di una parte di votanti Pd che non ha ascoltato il richiamo rottamatore di Matteo Renzi ma che è interessata a un “disegno riformatore, non populista, del Paese”. Questo blocco sociale è composto in modo significativo dal ceto medio mentre il “grande assente” è il ceto medio-basso che non ha trovato nel messaggio riformatore “elementi di riscatto e di rafforzamento sociale”.

CONSIDERAZIONI

Dal voto di domenica se ne trae dunque un’indicazione utile: nel nostro Paese c’è spazio per “un progetto politico che abbia nel cambiamento a trazione riformatrice il leit motiv politico e ideale”, una base di manovra per inglobare quasi 4 italiani su 10. Per contro, il fronte del “no” appare “disomogeneo a livello politico” e attraversato da due “spinte decisamente contrastanti e destinate a scontrarsi”: quella dei Cinquestelle e quella leghista. In sostanza, segnala Swg traendo le fila del discorso, “la tripolarizzazione asimmetrica del quadro politico italiano non perdona. I tre poli restano sostanzialmente impermeabili, ma si delinea il profilo di un blocco sociale riformatore, produttivo e operoso, che vuole pensare, e sperare, a un’Italia differente e, soprattutto, a trazione riformista e non populista”.

tabella swg referendum


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