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Renzi, Gentiloni, le rane e i serpenti

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Dalle Favole di Esopo (secondo la versione di Fedro). “Le rane, abituate a girare liberamente nei loro stagni, con gran chiasso domandarono a Giove un re che con la forza reprimesse la maniera sregolata di vivere. Il padre degli dèi rise e diede loro un piccolo travicello che, appena gettato, atterrì con il suo tonfo e con il movimento improvviso dell’acqua la pavida genia. Le rane rimasero immerse nel pantano per un bel pò di tempo; quand’ecco che una, senza fare rumore, tira su la testa dallo stagno e dopo avere esaminato il re, chiama fuori tutte le altre. Quelle, lasciato ogni timore, a gara si precipitano nuotando e in massa, sfacciatamente, saltano sopra il pezzo di legno. Dopo averlo insozzato con ogni tipo di oltraggio, inviarono un’ambasceria a Giove per avere un altro re, perché quello che era stato dato era una nullità”.
Ecco spiegato il motivo della scelta di Paolo Gentiloni Silveri. Aspettiamo che arrivi l’ora del serpente.

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“Beati i poveri di spirito, perché è di essi il regno dei cieli” (Matteo 5,1).
E la presidenza del Consiglio in Italia.

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Appena ricevuto l’incarico Paolo Gentiloni Silveri è andato a scartabellare all’anagrafe, per dimostrare che lui, come secondo nome, fa Matteo.

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Alle consultazioni il M5S si è presentato con due parlamentari anonimi. Come i carabinieri: una sapeva leggere, l’altro solo scrivere.



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