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Ecco le prossime sfide per Governo, sindacati e Confindustria

L’editoriale di “Fabbrica Società”, il giornale della Uilm, che sarà on line da giovedì 22 dicembre

Sì, il tempo che passa riserva sorprese: tutto sta a saperle cogliere.

Il 2016, per esempio, s’era aperto di nuovo sull’ennesimo dibattito caratterizzato sull’utilità, o meno, dei corpi intermedi; ma si è concluso nel migliore dei modi per gran parte di essi, come è accaduto per il sindacato.

I CONTRATTI FATTI E QUELLI DA FARE

Non solo i metalmeccanici hanno fatto il contratto, ma tenendo presente anche l’accordo quadro raggiunto per il settore del pubblico impiego sono oltre otto milioni, tra pubblico e privato, i lavoratori per cui il contratto è ormai cosa fatta. Rimangono, ora, contratti da rinnovare per altri quattro milioni di addetti.

BARBAGALLO E LA RIFORMA DELLA CONTRATTAZIONE

Confida Carmelo Barbagallo, il leader della Uil, rivolgendosi a Confindustria: “Il 2017 sia l’anno della riforma della contrattazione. Le statistiche confermano, purtroppo, che, tra i Paesi europei occidentali, il nostro è quello coi salari più bassi”.

IL GOVERNO DI PAOLO GENTILONI

Per il governo, invece, è successo l’esatto opposto. L’anno che sta per finire era iniziato con un esecutivo solido nei sondaggi, quasi destinato all’autosufficienza. La vittoria del No al referendum sulla riforma costituzionale del 4 dicembre, invece, ha comportato le dimissioni del governo di Matteo Renzi sostituito da quello di Paolo Gentiloni. Fondamentale è stato il ruolo del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel gestire efficacemente la crisi.

IL LAVORO E IL SUD

Il nuovo premier ha messo al centro dell’azione di governo, come ha dichiarato nel suo breve discorso programmatico, soprattutto il lavoro a partire dal Sud: la riforma stessa del mercato del lavoro, il rilancio delle infrastrutture, il piano Industria 4.0, la “green economy”, il Libro Bianco della Difesa. Insomma, il nuovo esecutivo non vuole rinunciare ad una società aperta e digitale, ma porre al centro coloro che da queste dinamiche si sentono sconfitti.

I COMPITI DEI MINISTRI ECONOMICI

Anche dalla conferma dei ministri economici è evidente l’obiettivo di determinare risultati concreti di politica economico-industriale. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nei prossimi mesi, dovrà ancora una volta misurarsi sulla probabile correzione dei conti della manovra economica; il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, dovrà ulteriormente implementare i contenuti del piano Industria 4.0; il ministro della Coesione territoriale e del Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, dovrà gestire al meglio le politiche di coesione basate sulle risorse della programmazione 2014-2020.

LE DIVISIONI SECONDO DEAGLIO

Insomma, c’è tanto da fare nell’anno in cui, molto probabilmente, si svolgeranno le elezioni politiche anticipate: il Paese si presenta tuttora diviso. Scrive l’economista Mario Deaglio: “Una società e un’economia spaccate, caratterizzate da diseguaglianze rapidamente crescenti e una ripresa ancora troppo debole”.

POLITICA E NON CHIACCHIERE DA BAR

Ecco perché è inutile attardarsi in contrapposizioni su chi aveva ragione e su quale parte ha prevalso sull’altra. E’ il tempo di una politica con la P maiuscola, e non da chiacchiere da bar! Occorre esercitarla, mai come ora, con responsabilità e dinamicità, da parte di tutti e per tutti. Il filo d’oro che può legare tale azione virtuosa, protesa in alto, ma coi piedi mossi in terra, è solo quello dell’inclusione.

NEL 2017 NON SPRECARE IL TEMPO

Perché una cosa il 2016 ci ha insegnato: le fasi della vita corrispondono davvero al movimento di una ruota. Occorre darsi da fare quando capita di trovarsi in alto e bisogna farlo presto e bene. Nel 2017 il Paese non può permettersi di sprecare altro tempo inutilmente.


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