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Ecco come Donald Trump sta de-obamizzando la Casa Bianca

Donald Trump è arrivato alla Casa Bianca e ha subito messo in atto una serie di cambiamenti di forma e di contenuti. Poche ore dopo l’insediamento il sito ufficiale della White House e gli account presidenziali su Twitter, Facebook e Instagram sono passati sotto il controllo del nuovo inquilino della Casa Bianca. Mentre venivano fatte le modifiche, l’homepage del sito ha mostrato la foto del magnate e la sua biografia insieme a quella della first lady Melania Trump.

LE SEZIONI SCOMPARSE

Molte sezioni sul lavoro del governo sono completamente sparite. Secondo la stampa americana, la scelta formale sui contenuti diffusi sul sito riflette le nuove politiche dell’amministrazione repubblicana. La pagina del governo americano dedicata al cambiamento climatico è stata sostituita dal “Piano di Energia dell’America”. Con questo programma, Trump ha promesso di eliminare “i programmi dannosi e non necessari come il Piano Azione Climatica e le Acque degli Stati Uniti”. Sono scomparse anche le sezioni dedicate all’Accordo nucleare con l’Iran, la sezione sui nuovi rapporti con Cuba e il report del Dipartimento del lavoro sui diritti ai posti di lavoro per la comunità LGBT. Non c’è traccia nemmeno nel sito web della Legge sulla sanità.

SI PARLA SOLO INGLESE

Inoltre, il nuovo presidente americano non solo non ha incluso alcun membro ispanico nel team di governo – negli ultimi 30 anni c’è sempre stata un rappresentante della comunità ispanica -, ma ha eliminato la versione in spagnolo della pagina della Casa Bianca, così come ha cancellato tutti gli account ufficiali in quella lingua. Via anche le notizie informative sul programma Daca, inaugurato da Barack Obama per regolarizzare i ragazzi stranieri senza documenti e il blog sulla crisi economica in Porto Rico.

INTEGRAZIONE LINGUISTICA

Trump non ha nominato un portavoce per i rapporti con la stampa in spagnolo e i temi di interesse che riguardano la comunità ispano-americana, ovvero la minoranza più grande degli Stati Uniti. “Siamo in un Paese dove, se vuoi integrarti, devi parlare inglese. Abbiamo bisogno dell’integrazione. Non sono il primo a dire questo. Questo è un Paese dove si parla inglese, non spagnolo”, aveva detto Trump in un dibattito del Partito repubblicano a settembre del 2015. L’unica volta che il nuovo presidente pronunciò una frase in spagnolo è stata durante l’ultimo dibattito televisivo con Hillary Clinton. Disse “bad hombres” (uomini cattivi) per riferirsi agli immigrati illegali che aveva promesso di mandare via.

I COSTI DI TRUMP “PENDOLARE”

I primi cambiamenti compiuti da Trump non si limitano soltanto alla sfera digitale. Anche nel palazzo della Casa Bianca ci sono stati spostamenti. Trump ha detto che passerà i giorni tra la Casa Bianca a Washington e il suo appartamento alla Trump Tower di New York, dove rimarranno Melania Trump e il figlio Barron William per la fine dell’anno scolastico. La scelta del presidente di fare il “pendolare” costerà allo Stato 500 milioni di dollari al giorno in servizi di sicurezza.

UN NUOVO SALONE MAESTOSO

Ma comunque la Casa Bianca va risistemata. Trump ha detto che il palazzo di 224 anni deve avere un salone maestoso perché non è d’accordo con le tende che vengono posizionate in giardino per i ricevimenti di ospiti d’onore (come successe con l’ex premier Matteo Renzi e la moglie Agnese). “Troveremo le persone migliori, il meglio di tutto. E avremo il miglior salone. Lo farò sistemare in un luogo che funzionerà magnificamente”, ha detto mesi fa Trump. Le modifiche però dovranno essere approvate dal Comitato di conservazione della Casa Bianca.

VIA AMACHE E BUSTO DI LUTHER KING

In giardino sono state spostate le amache che Obama aveva disposto per le figlia Sasha e Malia. Il presidente uscente ha chiesto se potevano essere gradite per il piccolo Barron, ma Trump ha detto di no e sono state date in beneficenza.

L’ex premier Tony Blair aveva regalato a George Bush un busto di Winston Churchill che era stato spostato dalla stanza ovale da Obama per sostituirlo con uno di Martin Luther King. I busti dell’attivista americano e di Churchill ora sono insieme nella stanza ovale.

IL PRIMO LICENZIATO

Il primo a essere licenziato è stato lo speaker storico delle cerimonie dell’Inauguration Day: l’ottantanovenne Charles Brotman. È stato sostituito da un uomo 30 anni più giovane. Non c’è ancora un sostituto del fotografo Pete Souza.

FUORI ANCHE LA SALA STAMPA?

Il portavoce di Trump, Sean Spicer, ha detto che molto probabilmente non ci saranno più i tradizionali contatti quotidiani con i giornalisti e sarà rivista l’assegnazione dei 49 posti nella sala stampa, che da 36 anni è uguale. Alcuni giornalisti americani sostengono che c’è l’ipotesi che la Sala Stampa venga spostata fuori dalla Casa Bianca. Spicer non ha specificato se sarà Twitter il mezzo di comunicazione privilegiato dal nuovo presidente, che continua a utilizzare il suo account privato più di quello da capo di Stato americano.

GLI IMPEGNI DELLA FIRST LADY

E cosa succederà con l’ufficio della First lady nella parte est della Casa Bianca se Melania Trump vivrà a New York? I media americani dicono che sarà occupata “virtualmente” dalla figlia Ivanka Trump, che si è trasferita con il marito Jared Kushner a pochi passi dal palazzo presidenziale.

Secondo la rivista US Weekly Melania Trump ha detto che, nonostante resterà a New York, vuole una stanza per i suoi abiti, scarpe e trucchi. E un team per aiutarla. La notizia è stata confermata dalla sua stilista di fiducia che la segue da 10 anni, Nicole Bryl.

I GIOELLI DI MELANIA

“Come modella Melania è apparsa in campagne pubblicitarie di alto profilo e ha lavorato con alcuni dei migliori fotografi del settore della moda, tra cui Patrick Demarchelier, Helmut Newton, Arthur Elgort, Ellen Von Unwerth, Peter Arnell, Antoine Verglas e Mario Testino”. Sulla biografia della nuova first lady pubblicata dalla Casa Bianca si legge che Melania Trump aveva cominciato a frequentare l’Università di Lubiana – senza specificare la facoltà – ma non ha finito gli studi per “far progredire la carriera come modella”. “Ha abbellito le copertine di Vogue, Harper ‘s Bazaar, GQ britannico, Ocean Drive, Viale, In Style, e New York Magazine – si legge sul sito – […] e ad aprile del 2010 ha lanciato la sua collezione di gioielli, Melania Timepieces & Jewelry su QVC”. La biografia specifica che lei è la seconda first lady nata fuori dagli Stati Uniti – la prima è stata Louisa Adams, moglie di John Quincy Adams – ma nel 2006 è diventata “con orgoglio cittadina americana”. “Con un debole per l’arte, l’architettura, il design, la moda e la bellezza, Melania si è impegnata nella diversificazione culturale di New York – aggiunge il sito –. Questa passione è superata solo dalla sua dedizione ad aiutare gli altri e dalla sua nota generosità”.

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