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Chi sono i super trumpisti d’Italia

Antonio Rinaldi

Due appuntamenti, fra gli altri, hanno scandito la serata dei trumpiani romani nel giorno della presidential inauguration: la presentazione del libro di Maria Giovanna Maglie, alla Cappella Orsini, e il ricevimento nei saloni nobili di Palazzo Ferrajoli, organizzato da “Italians 4 Trump”.

COSA DICE MAGLIE

Si chiama “@realDonaldTrump” il libro della giornalista ed editorialista, che raccoglie un anno di articoli redatti per Dagospia, da dicembre 2015, sul presidente americano. Era certa sin da subito che Trump avrebbe conquistato Washington: “L’antipatia e il dissenso che suscitava mi ha fatto intuire la sua forza mediatica e politica. È il retaggio catto-comunista che da sessant’anni, nel nostro paese, crea il pregiudizio ideologico nei confronti dei miliardari, mentre negli Stati Uniti è stato osteggiato perché il loro paese proviene da vent’anni di leader democratici e liberal”, ha spiegato Maglie, che ha poi sottolineato un passaggio chiave del discorso di Trump: “Ha giurato nelle mani dell’establishment, circondato dai presidenti passati, per poi dichiarare, un minuto dopo, che il potere non è più di Washington, ma dei cittadini. Ciò potrebbe implicare una sorta di governo parallelo a quello del cabinet”.

CHI C’ERA ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO

In collegamento via skype Roberto D’Agostino e Paolo Liguori, mentre fra i presenti, l’ex ministro degli Esteri, Giulio Terzi, Leonardo Metalli del Tg1 e Angelo Inglese, sarto pugliese che ha realizzato la camicia indossata da Trump nel giorno del giuramento. Ma come saranno, d’ora in poi, i rapporti fra Italia e Stati Uniti? Preferenza per la moda italiana a parte, le relazioni con il belpaese potrebbero non essere così strette, almeno all’inizio del mandato, secondo un’indiscrezione riportata dalla autrice del volume: “Trump ama l’Italia, ma le relazioni politiche potrebbero essere quasi inesistenti sul breve termine, poiché pare desideri avere rapporti solo con leader legittimati dal voto popolare; potrebbe quindi limitarsi a interloquire con il presidente Mattarella”.

IL RADUNO DEI SUPER TRUMPISTI

I trumpiani duri e puri, invece, si sono riuniti invece di fronte a Montecitorio, a Palazzo Ferrajoli, per seguire e commentare la diretta del giuramento con i fondatori del movimento “Italians 4 Trump”, che si dichiarano “rappresentanti di una vasta area moderata”: l’economista Antonio Maria Rinaldi, Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno, Leo Zagami, che rappresenta la linea dura del movimento, e poi Alfredo Esposito e Gianmario Ferramonti (uno dei fondatori della Lega Nord), che si sono collegati dalla cerimonia a Washington. In platea, fra gli altri, Francesca Immacolata Chaouqui.

COSA DICE L’ECONOMISTA RINALDI

Ecco perché Rinaldi, che guida il movimento anti-euro “Alternativa per l’Italia”, ha scelto di schierarsi a favore del neopresidente: “Il programma di politica economica di Trump è applicabile, con i dovuti distinguo, anche in Italia. Come Trump, pensiamo che sia necessario regolamentare la globalizzazione selvaggia che ha deindustrializzato sia il nostro paese che gli Stati Uniti e ha distrutto la classe media. Auspichiamo una primavera americana, che speriamo possa riverberarsi anche in Italia, nonostante nel nostro paese manchi una classe politica in grado di intercettare il cambiamento. È necessario, inoltre, regolamentare i flussi migratori e mettere sotto tutela la Germania, da secoli vero problema insoluto dell’Europa, e normalizzare i rapporti con la Russia, che è parte integrante del vecchio continente”.



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