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Cosa penso di Donald Trump

Usa mattei, Giuliano Cazzola, Trump, movimento 5 stelle

Donald Trump si insedia alla Casa Bianca e pronuncerà il tradizionale discorso che traccia il profilo della sua presidenza. Dopo averlo ascoltato (o letto qualche sintesi sui quotidiani) consiglio di andare alla ricerca di un libro di Thurston Clarke intitolato “Ask not. Il discorso di John F. Kennedy che cambiò l’America” (Il Saggiatore, 2004). E’ un testo che racconta il lavoro preparatorio del discorso che il presidente Kennedy pronunciò il 20 gennaio del 1960 e che rimbalzò da un capo all’altro del pianeta come il segno di una svolta epocale e dell’affermazione di una nuova leadership del mondo libero (“nata in questo secolo”).

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“Infine, che voi siate cittadini dell’America o del mondo, chiedete a noi, qui, le stesse prove di forza e di sacrificio che noi chiediamo a voi. Con una serena coscienza come solo sicuro compenso e la storia come ultimo giudice delle nostre azioni, accingiamoci dunque a guidare il paese che amiamo, invocando la Sua benedizione e il Suo aiuto, ma sapendo che qui sulla terra siamo noi a dover compiere la volontà di Dio”. Così finiva quello straordinario discorso di soli 15 minuti, che inanellava frasi fatte di semplici parole, quelle che tutti sono abituati a sentire ogni giorno. Ma di parole che tutti odono sono scritte le frasi che nessuno ha udito mai.

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Donald Trump non è stato originale neppure quando si è scelto lo slogan elettorale. America first era il nome di un gruppo isolazionista che si oppose alla rielezione di Franklin Delano Roosevelt nel 1940.

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“Questa gente – disse Franklin D.Roosevelt degli isolazionisti dell’associazione America first – dice a metà bocca: No, questo non mi piace, non amo la dittatura’’, e poi, con l’altra metà: Bè, la dittatura sconfiggerà la democrazia, tanto vale dunque che l’accetti”. Per rendere attuale questa considerazione è sufficiente sostituire la parola dittatura con populismo. E il gioco è fatto.

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L’ultima sciocchezza che ho sentito sull’Unione europea è che la sua costituzione non è stata una scelta democratica, ma l’esito di un piano architettato ed imposto dalla Massoneria internazionale. Che tanti protagonisti di questo processo indossassero il grembiulino sarà anche vero. Il fatto è che erano framassoni anche i padri fondatori della grande democrazia americana e i principali protagonisti del nostro Risorgimento. Senza risalire, poi, alla Rivoluzione francese.

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