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Cyber security, cosa farà Giuliani con Trump

Rudy Giuliani, ex sindaco di New York e per lungo tempo il più influente politico americano a sostenere apertamente la candidatura di Donald Trump, diventerà il consigliere della Casa Bianca per quanto riguarda la cybersecurity nazionale. L’argomento è caldo: per esempio, attacchi cyber sono al centro del dibattito pubblico per quel che riguarda il caso dell’interferenza della Russia nelle elezioni presidenziali; gli hacker del Cremlino avrebbero colpito per screditare Hillary Clinton e favorire Trump, secondo le intelligence americane. E allo stesso è uno dei temi con maggior potenziale di sviluppo futuro: la guerra cibernetica, il cosiddetto cyber warfare, è uno scenario che già oggi rappresenta un campo di battaglia come quello aereo, navale o terrestre, e alle azioni statali si abbinano le iniziativi criminali (vedere il caso dei due fratelli Occhionero in Italia).

IL PROGETTO DI TRUMP

Giuliani dopo essere stato per mesi in predicato per un ruolo da segretario (al dipartimento di Stato o alla Giustizia) occuperà un posto nuovo, forse meno prestigioso, ma su cui l’Amministrazione Trump sembra puntare molto: “Un settore in rapida evoluzione” lo definisce lo statement con cui il transition team ha comunicato la nomina. In effetti creare un progetto per la sicurezza informatica nazionale è stato messo tra i punti da sviluppare nei primi cento giorni di presidenza. “L’obiettivo del presidente eletto è quello di coinvolgere anche il settore privato nella riorganizzazione della cyber security nazionale, che durante l’amministrazione Obama ha mostrato evidenti limiti. Per farlo ha deciso di creare una sorta di task force che parli col mondo delle imprese. A guidarla sarà appunto Giuliani, scelto per via delle sue competenze e del suo carattere. L’ex sindaco di New York offre da tempo col suo studio legale del quale è Ceo, Giuliani Partners, consulenza ai privati e non solo sui temi della sicurezza informatica. E poi ha uno spirito deciso che piace a Trump”, ha spiegato all’agenzia stampa Cyber Affairs Paola Tommasi, già nello staff di Renato Brunetta, con un passato anche all’Agenzia delle Entrate e in Kpmg dopo un master alla Bocconi, e collaboratrice della campagna elettorale del repubblicano americano.

GIULIANI E TRUMP

Per un momento, scrive il New York Times, “è stato come se il Sindaco d’America diventasse il Diplomatico di America”, riferendosi alla fase in cui il suo nome era in testa ai papabili segretari di Stato: poi è arrivata la nomina al capo di Exxon Rex Tillerson, scelta che stupì anche parecchi osservatori americani. Giuliani era sembrato finire in un angolo, anche se intervistato a dicembre da Fox and Friends aveva detto di aver ricevuto offerte per altri gabinetti, ma non aveva accettato per ragioni famigliari. Secondo il Nyt, comunque, la nomina alla cybersec vede la sua influenza alla corte di Trump “diminuita”, “non si trasferirà a Washington” e sarà soltanto un consulente. Giuliani però ha annunciato durante una conference call che lavorerà a stretto contatto col presidente, perché “abbiamo un attacco migliore della difesa”, riferendosi alla vulnerabilità dei sistemi informatici istituzionali americani, rispetto alla capacità di condurre operazioni cyber sofisticate dei reparti statunitensi, come il CyberComm del Pentagono.


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