L’ingegnere nucleare di 45 anni, Giulio Occhionero, e la sorella Francesca Maria, 49 anni, entrambi residenti a Londra ma domiciliati a Roma sono accusati di aver “spiato” anche il sito dell’ex premier Matteo Renzi e dello stesso Partito democratico, oltre a molteplici account di figure istituzionali, autorità politiche e militari. Uno spionaggio durato 5 anni. Qui tutte le informazioni sulla inchiesta e su Occhionero.
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Nel provvedimento di arresto eseguito dalla Polizia postale su indicazione della Procura di Roma si fa riferimento a diversi portali web di interesse istituzionale, tra cui quello della Banca d’Italia, della Camera e del Senato. In un passo il gip Maria Paola Tomaselli scrive che gli Occhionero “al fine di trarne per sé o per altri profitto o di recare ad altri un danno accedevano abusivamente a caselle di posta elettronica protette dalle relative password di accesso sia personali che istituzionali appartenenti a professionisti del settore giuridico economico nonché a numerose autorità politiche e militari di strategica importanza o di sistemi informatici protetti utilizzati dallo Stato e da altri enti pubblici”.
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Non sono mancati gli effetti politici e istituzionali allo spionaggio. Il capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha deciso ieri sera la rimozione di Roberto Di Legami, direttore della polizia postale che ha condotto l’inchiesta sul cyberspionaggio, per divergenze con il vertice del corpo. Stando ad alcune indiscrezioni, il motivo della decisione sarebbe – scrive Repubblica – che non ha informato dell’inchiesta Gabrielli (leggi qui tutti i dettagli). Al posto di Di Legami è stata nominata Nunzia Ciardi. Ma questo non è l’unico effetto politico e istituzionale della vicenda.