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Il “drone” di Provenzano per raccontare l’Italia

Come un drone che, decollando da quell’eccellenza che si chiama Toscana, compie un viaggio ideale e metafisico fino alla Sardegna più nascosta, toccando borghi e città dell’Italia (comprese le sue isole) per scoprire cultura, storia a tradizioni.

Un viaggiatore tra borghi e città” (Luigi Pellegrini Editore) è il pamphlet che il giornalista parlamentare Francesco Maria Provenzano ha scritto per un vero cambio di passo: dalla cronaca politica, passando per le dinamiche legate al nuovo corso di Papa Bergoglio, fino ad un percorso letterario marcato da quell’immensa fucina che prende il nome di Italia.
Un volume ricco di particolari e di quell’intensità di luoghi e ragionamenti che la penna calabrese (ma da anni trapiantata a Roma) di Provenzano ha saputo comporre. Non è una guida turistica, ma una guida culturale che mesce come un oste navigato il passato con il presente e con anche alcune pillole di futuro.

La Sardegna definita isola misteriosa, la genesi con la presenza degli Etruschi sul Tirreno, la Campania con il suo innato senso della storia, la Magna Grecia che da sola varrebbe il biglietto milionario di ingresso di fiotte di turisti e amanti della cultura, passando per le Puglie, terre di incroci e contaminazioni millenarie. E poi Umbria e Marche, con il centro dell’Italia che sta vivendo settimane difficili e a cui va un intenso pensiero.
Questa parte dell’Italia, come l’autore ha sottolineato nella prefazione, da sempre in competizione continua con il Nord, ha ispirato molti tra economisti, sociologi e politici a riflettere sull’infinito dibattito “Nord e Sud”. Che però rimane ancora irrisolto. Come non citare una frase del meridionalista Francesco Saverio Nitti quando osservava che “Il problema della libertà e l’avvenire dell’unità, sono ora nella soluzione del problema meridionale”. Era il primo 900.

Ma l’elemento molto interessante di questo lavoro risiede proprio nel “positivo” di queste regioni che spesso è quasi dimenticato o forse mai ricordato. E che Provenzano ha inteso accentare ed evidenziare in maniera macroscopica. Sorprende, quindi, perché apre alla riflessione, la frase dell’antropologo francese Marc Augé presente nella quarta di copertina: “Forse uno dei nostri compiti più urgenti consiste nell’imparare di nuovo a viaggiare, eventualmente nelle nostre vicinanze, per imparare di nuovo a vedere”.
Vedere e quindi saper ascoltare. Come le note mescolate agli affreschi presenti copiosi nella Valle dei Templi e nel Duomo di Monreale, grazie al contributo di Mons. Giuseppe Liberto, Maestro Direttore Emerito della Cappella Musicale Pontificia Sistina che ha arricchito culturalmente e storicamente questo lavoro e che, sin dall’inizio del suo ministero, ha svolto il compito di Maestro di Cappella nel Duomo di Monreale, e tutt’ora rimane un importante e insostituibile punto di riferimento per l’attività liturgico-musicale dell’Arcidiocesi di Monreale.

E poi il bellissimo celato dietro il bello, come il caso di Ercolano, spesso dimenticato da turisti frettolosi intenti a visitare solo Pompei e quella straordinaria visione che prende il nome di Cerveteri con la seconda necropoli più grande del mondo per estensione e dal 2004 patrimonio Unesco. Provenzano viaggia e fa viaggiare con la stella cometa rappresentata dalla cultura italiana, petrolio di un paese troppo distratto e spesso scorbutico verso quel patrimonio.

twitter@FDepalo

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