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Finmeccanica, Poste Italiane, Eni. Quali aziende sono state spiate da Occhionero?

Roberto Di Legami

Non solo politici, rappresentanti delle istituzioni, massoni e professionisti vari. Tra i soggetti spiati dagli Occhionero c’erano pure molte aziende. Imprese attive in settori altamente strategici per il sistema Paese e istituti di credito nazionali e internazionali. Come emerge dall’ordinanza di arresto firmata dal giudice Maria Paola Tomaselli, i due fratelli, infatti, attraverso l’uso di malware avrebbero acquisito informazioni riservate anche su un numero rilevante di società, come emerso dalle indagini seguite anche da Roberto Di Legami (nella foto), il direttore della Polizia postale poi sostituito dal capo della Polizia, Franco Gabrielli.

L’ORDINANZA 

Nell’ordinanza del tribunale di Roma che ha portato in carcere l’ingegnere nucleare e la sorella maratoneta, vengono infatti citati i siti internet di alcune società che sarebbero state oggetto dell’attacco informatico. I domini menzionati sono quelli di Eni (eni.it), Enel (enel.it), Enav (enav.it), Leonardo (finmeccanica.com) e Fondiaria Sai (fondiaria-sai.it). A tal proposito nel documento si legge testualmente che “per ciascuno di questi domini sono presenti numerosi account di posta elettronica, tra i quali figurano personalità di vertice delle società elencate“. Secondo la procura, quindi, in ognuna di queste aziende più di un indirizzo email sarebbe stato hackerato dagli Occhionero, anche quelli riconducibili a figure apicali delle varie realtà societarie.

LA SMENTITA DI LEONARDO

I rumors degli ultimi giorni si sono concentrati, in particolare, sul colosso della difesa Leonardo/Finmeccanica, come dimostra l’articolo pubblicato da Il Giornale. “È pressoché certo che tra le utenze intercettate vi siano quelle del management della holding, probabilmente anche quella dell’amministratore delegato Mauro Moretti il cui mandato è in scadenza nella prossima primavera“, ha scritto il quotidiano milanese. Da piazza Montegrappa, a Roma – dove ha sede la società – è arrivato però una secca smentita: “In merito alle notizie comparse sulla stampa circa il presunto coinvolgimento di Leonardo in paventate intercettazioni informatiche, si precisa che, allo stato attuale e sulla base dei dati tecnici desunti dalle prime informazioni analizzate, non risultano evidenze di compromissione di infrastrutture aziendali e, pertanto, di sottrazione di informazioni. Leonardo S.p.A. proseguirà con ulteriori accertamenti sulla base delle informazioni che riceverà dagli organi preposti“.

LE ALTRE SOCIETA’

Oltre alle società citate dall’ordinanza, ve ne sono poi altre menzionate dall’allegato 9 dell’informativa di polizia giudiziaria cui l’ordinanza di arresto più volte rimanda. Tra le aziende menzionate – da aggiungere quindi alla lista precedente – compaiono Poste Italiane, Alitalia e Trenitalia. E poi, ancora, un lungo elenco di banche, nazionali e internazionali: American Express, Allianz Bank, Intesa, Mediolanum, Citibank, Fineco, Fideuram, Bank of America, Cariparma e Unicredit. Nomi che evidenziano l’interesse, forse prevalente, per informazioni carattere finanziario, come ha sottolineato in un’intervista a Formiche.net anche il deputato del M5S e membro del Copasir Angelo Tofalo.

L’AVVIO DELL’INCHIESTA

A conferma dell’attenzione che gli Occhionero avrebbero prestato al mondo delle aziende, anche il fatto che la stessa indagine sia stata avviata su iniziativa di un dipendente di Enav. L’ordinanza ricostruisce l’accaduto: fu il responsabile della Sicurezza della società Francesco Di Maio a dare avvio all’inchiesta segnalando di aver ricevuto un email contenente il famigerato malware circa un anno fa, il 26 gennaio.

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