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Popolare di Bari e Popolare di Sondrio, tutte le ultime novità

Corrado Sforza Fogliani

Gli emendamenti sono nel cassetto, pronti a saltar fuori qualora i lavori della commissione Finanze al Senato sul decreto salva-risparmio dovessero prendere una brutta piega. Dopo essersi scagliata più volte contro il riassetto forzoso delle popolari imposto dal governo Renzi nel 2015,  Assopopolari attende silenziosa la decisione del Consiglio di Stato, che il prossimo 12 gennaio si riunirà per decidere se prolungare o meno lo stop all’efficacia della riforma, ovvero alla trasformazione in spa per le popolari di Sondrio e Bari, e all’operatività delle disposizioni attuative che contengono ampie tutele (qui l’approfondimento di Formiche.net) per le banche in materia di rimborsi ai quei soci che decidono di uscire dal capitale. Nel frattempo però l’associazione (qui l’intervista a Corrado Sforza Fogliani, nella foto) affila le armi e prepara il contrattacco in caso di rovesci in parlamento. Una strategia di cui Formiche.net è in grado di svelare alcuni dettagli.

DA MILANO UN ASSIST AL CONSIGLIO DI STATO

“Non vorrei parlare troppo presto ma mi sembra che l’aria che tiri sia quella giusta”, confida il banchiere di lungo corso interpellato da Formiche.net. “Quello che è successo a Milano è un buon segnale, certamente da non ignorare”. Sì perché proprio ieri sera il Tribunale di Milano ha confermato la sospensione dell’assemblea sulla trasformazione in spa della popolare di Sondrio. Lo scorso 16 dicembre lo stesso Tribunale, in seguito al ricorso di un socio, aveva emesso un provvedimento di urgenza inibendo lo svolgimento dell’assemblea per la parte straordinaria sulla trasformazione in Spa, convocata per il giorno successivo. “Il Tribunale di Milano ha confermato la sospensione dell’assemblea sulla Spa. A questo punto non ci sono obblighi per la popolare di Sondrio di convocare l’assemblea”, hanno spiegato ambienti del Tribunale.

GOVERNO ALLE STRETTE SULLE POPOLARI?

Il segnale “è abbastanza chiaro ed è anche un segnale politico”, prosegue il banchiere. “La giustizia italiana ritiene insensato riattivare l’efficacia di una riforma bocciata già dal Consiglio di Stato e sulla quale pende il giudizio di costituzionalità”. Il verdetto milanese potrebbe a questo punto innescare un potenziale effetto domino. Se, sull’onda della decisione del tribunale di Milano Palazzo Spada dovesse ribadire lo stop alla riforma, il governo non avrebbe scelta. O ricorrere a quel decreto già cassato in occasione dell’approvazione del Milleproroghe e che prevedeva un allungamento dei termini fino alla decisione della Consulta, oppure accogliere le proposte di modifica al salva-risparmio in discussione a Palazzo Madama. Difficile pensare infatti di tenere migliaia di soci in mezzo al guado, stretti tra l’incognita spa per la propria banca e il rebus rimborsi, per mesi, senza rischiare rivolte, visto che la sentenza non arriverà prima dell’estate.

ASSOPOPOLARI, ATTENDERE E TENERSI PRONTI

Dunque, sangue freddo, ma pronti a rispondere, è il  mantra che trapela da Assopopolari. “L’associazione sta aspettando di sapere cosa succederà il 12 gennaio. Gli emendamenti sono quasi pronti, alle brutte potranno essere presentati in commissione (c’è tempo fino al 24 gennaio, ndr) oppure in Aula, una volta che il testo sarà stato licenziato dalla commissione (il 31 gennaio se non ci saranno intoppi, ndr)“, chiarisce il banchiere. Emendamenti che conterranno con ogni probabilità richieste precise in materia di recesso e trasformazione in spa. Ovvero, rimborsi subito e totali e stop all’iter della riforma fino alla Consulta. “C’è euforia dopo Milano, ma bisogna fare attenzione a quello che succederà sul salva-risparmio. La componente del Pd è forte”, dicono ambienti vicini all’associazione.

CHE SI DICE IN COMMISSIONE

Il clima in commissione nel frattempo sembra essere favorevole alle popolari. “Siamo pronti a fare la nostra parte e a migliorare questo decreto che, deve essere chiaro, va migliorato”, dice a Formiche.net Cinzia Bonfrisco, senatrice e membro della commissione Finanze in quota Conservatori e Riformisti. “Il punto di partenza è la tutela dei consumatori e dei risparmiatori. E non c’è sono solo quelli del Monte dei Paschi, ma anche il mondo delle popolari e delle Bcc”. Forse, qualche lume in più si potrà avere giovedì, quando in commissione è atteso il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.

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