Sconfiggere l’Isis, potenziare la difesa degli Stati Uniti e sposare la via della diplomazia. Questo l’ordine secondo il quale sono esposti i tre principali obiettivi che saranno perseguiti dalla politica estera della nuova amministrazione Trump.
Insieme all’America first energy plan (qui l’articolo di Formiche.net), sul sito della Casa Bianca è stato da poco pubblicato anche “l’American first foreign policy”, un documento nel quale si enucleano brevemente i capisaldi che caratterizzeranno la politica estera della nuova amministrazione repubblicana degli Stati Uniti.
LA PACE ATTRAVERSO LA FORZA
“L’amministrazione Trump si impegna in una politica estera focalizzata sugli interessi dell’America e sulla sicurezza nazionale americana”, esordisce il documento. “La pace attraverso la forza […] questo principio renderà possibile un mondo stabile e più pacifico, con meno conflitti e un terreno comune più vasto”, prosegue l’American first foreign policy.
L’America e i suoi interessi prima di tutto. Poi il perseguimento della pace, ma attraverso la forza. Un ossimoro?
LA LOTTA AL TERRORISMO ISLAMICO
“Sconfiggere l’Isis e gli altri gruppi terroristici islamici radicali sarà la nostra priorità assoluta”, si legge nell’America first foreign policy. Innanzitutto l’amministrazione Trump prevede di condurre la sua guerra al terrorismo ricorrendo a operazioni militari congiunte aggressive, se necessario. Solo in seconda battuta si menziona la cooperazione internazionale per “tagliare le reti di finanziamento ai gruppi terroristici, espandere la condivisione delle informazioni di intelligence e impegnarsi in una guerra cyber per impedire i fenomeni di propaganda e reclutamento”. Non si specifica, tuttavia, in che modo sarà declinata tale cooperazione.
POTENZIARE LA DIFESA AMERICANA
Come secondo obiettivo, l’America first foreign policy prevede il potenziamento delle forze armate americane. “La nostra marina ha ridotto le sue unità navali da più di 500 nel 1991 a 275 nel 2016. La nostra aviazione è all’incirca più piccola di un terzo che nel 1991”, si legge nel documento.
In un’epoca in cui, almeno sulla carta, si dichiarare la necessità di rallentare la corsa agli armamenti e procedere verso una sempre maggiore smilitarizzazione, si pensi al settore nucleare, l’America first foreing policy dichiara apertamente: “Il presidente Trump sa che la nostra supremazia militare non può essere messa in discussione”.
Il concetto è ribadito anche in un altro documento, pubblicato sul sito della Casa Bianca e intitolato “Making our army strong again”. “Non possiamo permettere alle altre nazioni di sorpassare le nostre capacità militari”, recita il testo. Per preservare lo stato di supremazia l’amministrazione Trump afferma di voler “sviluppare un sistema di difesa in caso di attacchi missilistici da parte di stati come l’Iran e la Corea del Nord”.
Il piano di potenziamento delle forze armate comprende anche la revisione dei servizi messi a disposizione dei veterani. “Non dimentichiamoci che le nostre forze armate comprendono figure eroiche. Dobbiamo assicurare loro le migliori cure mediche e l’adeguato supporto per i nostri militari e le loro famiglie, sia che siano ancora in servizio sia che abbiano fatto ritorno alla vita da civili”, si legge nel documento.
SPOSARE LA DIPLOMAZIA
Infine, l’amministrazione Trump dichiara che sposerà la via della democrazia. “Il mondo sa che noi non andiamo in cerca di nemici, che noi siamo sempre lieti quando vecchi nemici diventano nostri amici e quando vecchi amici diventano nostri alleati”, prosegue il documento, quasi stesse tentando di convincere qualcuno. E poi, sempre in ottemperanza al principio per cui la pace di raggiunge con la forza, “il mondo sarà un posto più sicuro e prospero con un’America più forte e autorevole”.