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Perché Tv e giornaloni si eccitano per il no di Alde a M5s di Grillo e Casaleggio

Beppe Grillo ha deliberato, grazie al responso delle votazioni on line degli aderenti al M5S, di passare dall’ultra destra di Farage al gruppo liberale dell’Alde, che in un primo momento aveva accettato i grillini nel proprio organismo di Strasburgo, ma che poi di fronte alle proteste dei deputati italiani del gruppo liberale al Pe è ritornato sulla decisione, negando l’assenso. Lo “scandaloso” evento già stava attizzando i grandi giornali e le televisioni di riferimento dei partiti avversari del M5S, che temendo la crescita elettorale di Grillo e dei suoi, continuano a demonizzarli come se fossero gli alieni della politica italiana. A dire il vero, la metamorfosi del personaggio genovese non dovrebbe meravigliare per niente. Solo chi non conosce la storia italica ne può rimanere sorpreso o sbigottito. Il pensiero va immediatamente ai vari Alfano, Verdini, Scilipoti e altri ancora che oggi siedono in un governo di centrosinistra, pur avendo sfruttato per la propria carriera di potere Berlusconi e il centrodestra. C’ è però un precedente storico molto illustre, quello di Benito Mussolini. Nato come socialista, cavalcò la protesta per la Vittoria Mutilata, di memoria wilsoniana, abbandonando il socialismo e fondando nel 1919 a Milano il “gruppo” dei sansepolcristi. Il movimento del futuro “duce” si caratterizzò per essere filo-repubblicano, anticlericale, al servizio della gente comune, delusa dalle risoluzioni di Parigi post-belliche. Una volta al potere Mussolini riconobbe e accettò la “monarchia” dei Savoia; si inchinò al Papa e alla Chiesa Cattolica, sottoscrivendo i Patti Lateranensi del 1929 e facendo ritornare il crocifisso nelle aule scolastiche; si pose al servizio della grande industria e degli agrari del Nord. Niente di nuovo sotto il sole.

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