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I taxi, i violenti e le sbandate del governo

Scontri davanti alla sede del Pd al Nazareno. Bombe carta esplose vicino Montecitorio. Minacce. Aggressioni. Caccia agli Ncc. Questo è successo ieri a Roma in centro mentre i tassisti scioperavano. Scioperavano da 5 giorni.

Ieri sera, dopo un incontro al ministero delle Infrastrutture retto da Graziano Delrio fra rappresentanti del governo e gli esponenti di 21 (21!) sindacati dei tassisti, l’accordo. Accordo provvisorio: entro un mese il governo si impegna a emanare un decreto per esaudire le attese delle organizzazioni per delimitare il campo di azione degli Ncc, e magari anche di Uber.

L’articolo di Formiche.net sul merito della vicenda e dell’intesa si può leggere qui. Ma restano alcune domande.

Sacrosanto condannare le violenze dei manifestanti, ma il governo e le istituzioni come si sono comportati? L’interrogativo non è peregrino.

Andiamo con ordine. Ieri è stato il quinto (dicasi quinto) giorno di sciopero non solo a Roma, anche se soprattutto a Roma, dei taxi (un servizio che rientra a tutti gli effetti tra i servizi pubblici essenziali, regolati per legge con norme precise in caso di astensioni dal lavoro).

Per come gli scioperi sono stati proclamati, per l’assenza di preavvisi e per la mancanza di fasce di garanzia per il servizio, anche alla apposita Commissione di garanzia che vigila sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali è sorto il dubbio che le norme in materia non siano state rispettate.

Così due giorni fa la Commissione ha chiesto alle prefetture delle città in cui si svolgevano gli scioperi dei tassisti informazioni per capire meglio se e come le norme sono state violate.

Ecco il comunicato dell’authority:

L’Autorità di garanzia per gli scioperi ha chiesto informazioni urgenti alle Prefetture dei capoluoghi di Regione, relativamente alle manifestazioni dei conducenti di taxi che, a quanto si apprende da notizie di stampa, sarebbero in corso da ieri e che starebbero pregiudicando i diritti dei cittadini utenti. In particolare, qualora tali manifestazioni dovessero apparire contrarie alle norme relative all’esercizio del diritto di sciopero (tra l’altro con riguardo al preavviso, la durata, l‘informativa all’utenza, la garanzia dei servizi minimi), l’Autorità aprirà un procedimento di valutazione, anche al fine dell’adozione delle relative sanzioni.

Nel frattempo, mentre aggressioni e violenze venivano compiute nel centro di Roma, cosa faceva il ministero dell’Interno? E il ministero dei Trasporti? Al quinto giorno il titolare del ministero delle Infrastrutture ha convocato i sindacati del settore. Risultato: entro un mese – ha detto in sostanza il governo, se si comprende bene l’esito della riunione di ieri sera – sarà emanato un decreto per esaudire le attese di chi ha protestato. Dunque condividendo di fatto natura, oggetto e metodi dello sciopero (che l’authority di settore pensa sia stato illegittimo, quindi foriero di sanzioni).

Oltre il merito della vertenza fra taxi, Ncc e Uber – e condannando le violenze che si spera siano perseguite – a destare sorpresa (eufemismo) è il metodo seguito dal governo.


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