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Banche popolari nel Sud, tutti i veri numeri

Maastricht, popolari

In un Paese con un acuto problema occupazionale e una crescita tra le più lente in Europa, le Banche Popolari svolgono un’azione di primo piano, soprattutto in quelle zone con maggiori difficoltà come il Meridione, dove i dati fotografano l’impegno non solo economico ma anche sociale della categoria. Un impegno ancor più evidente se si ricorda come la Banca Popolare di Bari si sia presa carico di salvare la banca abruzzese Tercas, salvaguardando così lo sviluppo di quel territorio e il risparmio di quelle popolazioni.

Più di 63 miliardi di euro di impieghi e 53 miliardi di euro di depositi. Questi sono i numeri delle Banche Popolari nelle regioni del Sud del Paese che, grazie ad una presenza diffusa sul territorio attraverso 2.171 sportelli (il 34,7% della presenza complessiva dell’area), proseguono la loro opera di intermediazione creditizia e di sostegno alle attività produttive. Un sostegno testimoniato anche dalla quota di mercato degli impieghi alle imprese che supera il 26%, a cui si associa, peraltro, una solida patrimonializzazione, con un CET1 del 13,7%, ben al di sopra del requisito minimo richiesto.

Un contesto, quello delle Banche Popolari nel Mezzogiorno che si compone di realtà importanti come la Banca Popolare di Bari, con 386 sportelli (la più grande del Centro-Sud), la Banca Popolare di Puglia e Basilicata (128 sportelli), la Banca Popolare Pugliese (109 sportelli) e la Banca Agricola Popolare di Ragusa (96 sportelli). Proprio in Puglia, le Banche Popolari, con 11 miliardi di euro di impieghi e 13 miliardi di euro di depositi, rappresentano un riferimento prezioso per il tessuto imprenditoriale locale, con un terzo degli impieghi alle imprese e 485 sportelli, pari a quasi il 40% della rete regionale, e un CET1 del 12,6% che conferma la piena ed ampia rispondenza di queste banche ai livelli di patrimonializzazione richiesti.


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