Banco Bpm si avvicina alla prima prova impegnativa dopo la fusione. Il prossimo venerdì 10 febbraio il consiglio di amministrazione del nuovo gruppo presieduto da Carlo Fratta Pasini sarà chiamato ad approvare i risultati del 2016. Secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza il documento si focalizzerà sulla qualità del credito, un aspetto al quale il mercato è particolarmente sensibile e che nei mesi scorsi è stato oggetto di meticolose analisi da parte di Bce.
LE SOFFERENZE
Il livello di copertura sulle sofferenze, cioè il rapporto tra le rettifiche e il valore lordo dei crediti, dovrebbe salire rispetto ai trimestri precedenti e attestarsi molto vicino al 60%. La decisione sarebbe stata presa proprio nei giorni scorsi (un cda si è tenuto lunedì 30 gennaio), anche alla luce della recente cessione di un portafoglio di natura chirografaria da 641 milioni.
LA MOSSA DI CASTAGNA
L’amministratore delegato Giuseppe Castagna ha fissato l’asticella a un livello sostanzialmente in linea con le altre grandi banche italiane, anticipando così i tempi del piano industriale. Basti pensare che il documento presentato al mercato nel maggio scorso prevedeva di passare dal 57% al 59% entro il 2019, inclusi gli stralci. Come accaduto per Unicredit, l’azione di pulizia avrà un effetto sull’ultima riga del conto economico, anche se il mercato potrebbe apprezzare la mossa. L’impatto patrimoniale invece dovrebbe risultare contenuto, anche in forza dell’aumento di capitale da un miliardo che il Banco ha chiuso nella primavera scorsa proprio in vista dell’integrazione con la Bpm.
LE ATTESE DELLA BCE
Da un punto di vista industriale, l’innalzamento delle coperture potrebbe rendere più facile quell’azione di smaltimento che il gruppo intraprenderà molto presto. Il piano concordato con Bce prevede infatti la costituzione di un’unità deputata proprio alla gestione delle sofferenze. Questa divisione, guidata da Edoardo Ginevra, si occuperà di diversi cantieri dalle azioni di recupero all’analisi degli stock con una particolare attenzione per il portafoglio immobiliare. L’obiettivo è arrivare a una significativa riduzione delle sofferenze (per almeno 8 miliardi), anche grazie a cessioni mirate come quella a Hoist avvenuta nelle scorse settimane.
LE LINEE OPERATIVE
Proprio in queste settimane il gruppo sta definendo con la consulenza di BlackRock un piano specifico che sarà condiviso con la Bce prima di mettere in campo le diverse misure. Questo documento sarà probabilmente in linea con quelli che Francoforte sta sollecitando alle banche vigilate con npl ratio superiore al 10%, chiedendo specifici target di smaltimento e interventi sul piano organizzativo. Nelle linee guida messe in consultazione nel 2016 è infatti prevista la creazione di unità di gestione specializzate per le diverse categorie di crediti deteriorati. Su questo fronte il sistema bancario si muove a diverse velocità, ma l’allineamento alle richieste della Bce potrebbe avvenire in tempi rapidi.
GLI ANALISTI
Tornando a Banco Bpm, il bilancio non sarà l’unico scoglio di questi primi mesi di attività. Il gruppo dovrà ad esempio gestire i cantieri di integrazione con una particolare attenzione per le duplicazioni. Come riportato da MF-Milano Finanza, Anima Holding avrebbe preso in mano il dossier Aletti Gestielle per studiare una possibile aggregazione con la sgr del nuovo polo bancario. Si tratterà ad esempio di capire quale sarà il destino del credito al consumo, che il nuovo gruppo presidia contemporaneamente con Profamily e Agos Ducato (oggi partecipato dal Banco al 39%), o della bancassurance, dove i player in campo sono Covéa, Aviva e Unipol. Più semplice invece sarà il futuro di Banca Akros e Banca Aletti, che si focalizzeranno rispettivamente sul corporate e sul private banking.
(Articolo pubblicato su Mf/Milano Finanza, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)