I costi operativi incidono di più sui ricavi e così pure le svalutazioni dei crediti. Per contro, la quota di sofferenze è più bassa. Sono alcune delle evidenze riguardo alle Bcc che emergono dal focus sul sistema bancario italiano nel 2015 realizzato dall’area studi di Mediobanca. Il lavoro è stato svolto sui dati di bilancio di 492 istituti di credito con attivo superiore a 50 milioni di euro che rappresentano oltre il 96% del totale: in particolare l’indagine ha riguardato 98 S.p.A., 32 Popolari, 327 Bcc, 13 banche di credito mobiliare, 22 banche di gestione patrimoniale. Non è inclusa Cassa Depositi e Prestiti.
CONTO ECONOMICO
In totale l’attivo dei 492 istituti presi in esame dagli economisti di Piazzetta Cuccia è pari a 2.698 miliardi, ovvero 1,6 volte il Pil italiano. Di questi, 38 hanno un attivo superiore a 10 miliardi e rappresentano l’81% (12 sono soggetti a vigilanza europea), gli altri 454, con attivo inferiore a 10 miliardi, solo il 19%. Le 327 Bcc hanno un attivo che ammonta a 216 miliardi, pari all’8% del totale: ben distante dai 1.569 miliardi delle S.p.A. (58%), ma lontano anche dai 470 miliardi delle Popolari (17%) e dai 340 miliardi del credito mobiliare (13%). Il credito cooperativo fa meglio solo della gestione patrimoniale che con 103 miliardi ha un attivo che rappresenta il 4% del totale. Sempre parlando di attivo bisogna considerare che le Bcc sono nella media in merito alla quota di attività finanziarie liquide, ovvero i crediti verso i clienti, con il 55% a fronte di una media del 54%. Incidenza elevata pure per le attività di cassa, perlopiù titoli di Stato, con un 34,6% rispetto a una media del 21,1%. Sui ricavi il contributo del margine d’interesse è al 64,7%, più alto della media delle 492 banche che è pari al 43,9%. In pratica cresce passando dalle S.p.A. (41,9%) alle Popolari (48,6%) alle Bcc appunto (64,7%). Meno della media incidono invece le commissioni nette (34,4% a fronte di una media di 43,1%), il trading (0,3% rispetto a 2,7%), i dividendi e gli utili pro-quota (0,6% rispetto a 10,3%). Più elevato della media il cost income ratio che nelle Bcc arriva al 78,7 a fronte di un 69,5% generale: vicino quello delle Popolari (78,3%), più distante quello delle S.p.A. (68,2%). Ciò si spiega – segnalano dall’area studi di Mediobanca – con il fatto che il business delle Bcc è più legato all’erogazione del credito e appare oggi meno remunerativo e che i costi amministrativi incidono proporzionalmente di più. Anche il peso delle svalutazioni dei crediti sui ricavi è più alto per le Bcc (48,4%) a fronte di una media dei 492 istituti che è pari al 28,4%. Percentuale poco più bassa per le Popolari (44,2%), molto più bassa per le S.p.A. (24,2%). Per questo il risultato corrente tra gli istituti di credito cooperativo è in calo a -27,1% a fronte di una media del 2,1%, in compagnia delle Popolari (-22,5%).
CREDITI DETERIORATI
Dal rapporto elaborato dalla banca guidata da Alberto Nagel emerge che un euro su cinque prestato dalle banche ai clienti si è deteriorato: di questi il 57,9% si è trasformato in sofferenze, lo stato peggiore. Le Bcc non hanno migliore capacità di selezionare il credito ma la quota delle sofferenze è più bassa: 53,4% rispetto al 61,7% delle S.p.A. La domanda che si pongono gli economisti di Piazzetta Cuccia è se questa situazione sia il risultato di una maggiore capacità di selezionare la clientela da parte delle Bcc o se queste ultime invece valutino con minore severità le richieste di prestiti. I crediti deteriorati netti in percentuale sul patrimonio sono al 77,3 (la media è dell’80,2%) mentre le sofferenze nette sono in percentuale al 31,5 rispetto a una media del 34,8. Il tasso medio di copertura dei crediti deteriorati è pari tra i 492 istituti al 44,4%, nelle Bcc al 40,2%, mentre quello delle sofferenze è rispettivamente al 58,3% e al 54,3%. Da notare che le banche che presentano meno sofferenze, ovvero le Bcc e le Popolari (51,9%), sono anche quelle che le coprono meno (51,6% e 54,3%). Per quanto riguarda il collaterale che assiste i crediti deteriorati totalmente garantiti per l’81,1% è costituito da immobili e la quota è sopra la media nelle Bcc (85,4%) mentre il collaterale che assiste i crediti parzialmente deteriorati è diviso abbastanza equamente tra immobili e garanzie personali: in media, rispettivamente, 43,9% e 43,4%. Nelle Bcc invece prevale ancora una volta la voce “immobili” (64,1%) con le garanzie personali a 32%.
GEOREFERENZIAZIONE
Dal rapporto di Mediobanca si ricava che le Bcc sono sparse su tutto il territorio con una netta prevalenza nel Nord Est dove ci sono 138 istituti (di cui 76 solo nel Trentino Alto-Adige). A seguire il Sud e le isole (78), il Centro (68) e il Nord Ovest (43). Stando sempre ai dati del 2015, in queste aree si ricava un attivo così suddiviso: 82 miliardi al Nord Est, 54,2 miliardi al Centro, 54 miliardi al Nord Ovest e 25,2 miliardi al Sud. Sul fronte del cost income ratio è sopra la media del 78,7% al Nord Ovest con 82,4% e al Sud e isole con 81,7%. Le garanzie personali che assistono i crediti deteriorati hanno una percentuale molto sopra la media (14,9%) al Sud e isole dove arrivano al 26,5% e al Centro (18%) mentre è sotto la media al Nord Est (11,5%) e al Nord Ovest (12,6%).