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Pensioni e assistenza. Tutti i dati

(Seconda parte di un articolo di approfondimento. La prima parte si può leggere qui)

Secondo Alberto Brambilla (Corriere della Sera, 16/02/17, pag.13), il quarto Rapporto sul bilancio del sistema previdenziale italiano 2015 – elaborato da Itinerari Previdenziali – conferma l’aumento della spesa per il welfare e per la voce assistenziale nonché la presenza di numerose criticità. Ecco i numeri principali:

– Entrate totali 2015 : 784,041 mld;

– Spesa pubblica totale: 826,429 mld;

– Spesa welfare totale: 447,396 mld o 439,366 mld (?);

– Spesa welfare/bilancio Stato: 54,13%;

– Spesa welfare/Pil: 27,34%.

Ma i dati citati escludono le spese legate alle politiche regionali del lavoro e della casa, i costi di gestione di tutti gli enti coinvolti, talché (secondo Eurostat 2014) il rapporto reale, in Italia, tra spesa sociale e Pil toccherebbe il 30% mentre quello tra welfare e bilancio dello Stato arriverebbe al 55,8%. Più dell’Italia spendono solo 5 Stati: Danimarca, Germania, Francia, Finlandia e Norvegia (ma con quali risultati rispetto ai nostri? ndr). 

Brambilla, leggendo i dati, conferma lo squilibrio tra i conti assistenziali e previdenziali, così riassumibile ( pur nell’incertezza italiaca dell’affidabilità delle cifre):

– Spesa totale welfare 2015: 439,366 mld di cui la spesa sanitaria: 112,408 mld;

– Spesa pensionistica + assistenziale: 321,463 mld;

– Spesa pensionistica: 271, 863 mld ( 168,5 al netto delle tasse) con contributi pari a 172,2 mld (quindi, spesa totalmente finanziata);

– Spesa assitenziale: 103,6 mld;

– Spesa assistenziale/Spesa previdenza + assistenza: 32,2%.

Brambilla ricorda, opportunamente, che – oggi – il 51,34% di tutte le pensioni è di natura assistenziale, con ovvia vulnerabilità del sistema.

(2. continua)

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