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Come personalizzare i servizi della Pubblica amministrazione

Di Andrea D'Acunto
ANDREA D'ACUNTO EY

Entro dieci anni circa la metà delle aziende del Fortune 500 non esisterà e l’unico rimedio per sopravvivere è il cambio del modello di business. Entro il 2018, il 67% dei Ceo delle Global 2000 companies avrà la digital transformation al centro della propria strategia (Forbes). L’esperienza del settore privato è valida anche per le amministrazioni pubbliche, le quali fronteggiano ora la sfida di raggiungere standard operativi comparabili con il mondo delle imprese, automatizzando end to end i processi di lavoro ripetitivi, riclassificando il portafoglio di servizi offerti al cittadino migliorandone il rapporto.

La chiave per decodificare l’esigenza di innovazione nella Pubblica amministrazione passa attraverso tre elementi. Il primo è l’intelligenza artificiale intesa come strumento di lettura dei dati per migliorare l’efficacia dell’azione amministrativa. Si pensi ad esempio all’utilizzo delle soluzioni di machine learning: queste permettono alle amministrazioni di migliorare la relazione con il cittadino utente, definendo i profili sulla base dei comportamenti attesi, e di ottenere la personalizzazione dei servizi sulla base delle caratteristiche dei profili mappati ottimizzando la gestione del rischio.

Il secondo è l’osservazione e la lettura intelligente del livello di innovazione e smartness presente sul territorio, al fine di definirne strategie di innovazione e crescita più mirate. Rappresentano un esempio in tal senso i risultati delle analisi EY, che hanno dimostrato come il livello complessivo di innovazione dei territori sia strettamente correlato al modello e all’approccio seguito nella definizione e nello sviluppo delle progettualità: Emilia-Romagna (+ 30% sulla diffusione delle infrastrutture smart rispetto alla media nazionale) e Lombardia (+ 60% sia nelle diffusione di infrastrutture, sia dei servizi rispetto alla media nazionale) hanno adottato un approccio uniforme e integrato all’innovazione, mentre in altre regioni si è operato prevalentemente in direzione delle infrastrutture (esempi sono la Campania e la Puglia) o dei servizi. Interessante il caso della Toscana che mostra un arretramento sul fronte infrastrutturale, che ha provocato un peggioramento delle posizioni (complessivamente -99 posizioni dal 2013 ad oggi – Fonte Smart City Index 2016 EY).

Terzo e ultimo il ripensamento dell’experience design in modo da riprogettare i servizi facendone percepire il valore nella vita quotidiana. Ciò si traduce nella riorganizzazione dei servizi per ecosistemi collaborativi e in interventi sulla citizen experience affinché sia resa semplice, pulita, lineare, veloce ed efficiente. Il modello è quello degli open services, con il coinvolgimento dei cittadini e delle imprese già nella fase di ideazione.

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