Nel corso dell’audizione presso la Commissione Lavoro della Camera il presidente dell’Inps Tito Boeri ha svolto delle considerazioni interessanti (corredate da dati) sulla questione dei voucher. Non sempre è condivisibile il suo punto di vista. Boeri sostiene, per esempio, che i voucher non hanno risolto il problema del contrasto del lavoro sommerso che, secondo le stime, riguarda il 16% del totale, mentre l’uso del voucher coinvolge lo 0,3% del lavoratori: 70mila unità da cui sono arrivati 174 milioni di euro, meno di un millesimo rispetto all’insieme dei contributi versati. Tanto più, secondo il presidente, che il maggior numero di buoni lavoro è utilizzato al Nord, mentre l’evasione si concentra soprattutto al Sud. In realtà, nessuno ha mai pensato che i voucher potessero affrontare e risolvere il problema dell’evasione, proprio per la diversa dimensione dei due fenomeni (Boeri ha parlato di ‘’goccia nel mare’’ dell’evasione). Ciò non toglie, però, che la maggior parte dei voucher circolanti riguardi prestazioni prima retribuite in nero.
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Boeri, poi, ha denunciato che tra i maggiori utilizzatori dei voucher vi sono le cooperative (408) e i sindacati (36), in particolare la Cgil e la Cisl. Nella Confederazione di Susanna Camusso, quindi, la pecora nera non è soltanto la federazione bolognese dei pensionati.
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Tito Boeri, infine, riconosce che le norme sulla tracciabilità hanno contribuito, nei primi mesi dell’anno, non solo a ridurre il numero dei buoni lavoro acquistati, ma anche a concentrarne l’uso sulle medesime persone. Tanto che, secondo il presidente dell’Inps, ‘’è importante scoraggiare l’abuso dei voucher senza necessariamente ridurne l’utilizzo’’.
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E’ inaccettabile che un movimento politico (come il M5S) compili una lista di proscrizione di giornalisti non graditi. Tuttavia, il giorno – purtroppo incerto e lontano – in cui questo Paese si risolleverà dal declino inesorabile in cui sta precipitando, gli storici riconosceranno la grande responsabilità che hanno avuto i media nel mandarlo a gambe all’aria. Eppure quanti studieranno gli eventi dell’attuale fase storica non riusciranno a farsi una ragione di tanto accanimento nel mettere alla gogna la politica.
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Ormai sta passando l’idea che la democrazia sia in prevalenza un costo. Peraltro rivolto al mantenimento di istituzioni di cui si potrebbe fare a meno.