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Perché gli ambulanti protestano contro la direttiva Bolkestein

C’è un’altra fetta di impresa che sta portando avanti la battaglia contro la direttiva Bolkestein. Dopo i balneari (qui il primo di alcuni approfondimenti di Formiche.net) stavolta l’attenzione si sposta sugli ambulanti, scesi nei giorni scorsi in piazza a fianco dei tassisti e che al pari di altri settori, tra cui terme e porti, si oppongono all’ormai famigerata direttiva europea che mira a liberalizzare le concessioni pubbliche e i beni demaniali mediante la loro messa a gara. Perché?

AMBULANTI CONTRO BRUXELLES (E GOVERNO)

Sotto accusa c’è ancora una volta il Ddl approvato dal Consiglio dei ministri del 27 gennaio, con cui il governo mira a recepire la Bolkestein. Scelta per la verità obbligata dopo l’intervento della Corte di Giustizia europea, che ha bocciato la tradizionale pratica del rinnovo automatico delle concessioni, con cui l’Italia per un certo periodo (la direttiva è del 2006) ha provato ad aggirare la normativa europea. Di norma infatti molte concessioni vengono rinnovate a scadenza con un accordo diretto pubblico-privato, senza delle vere e proprie gare a cui avessero accesso anche altri operatori. Le concessioni dei commercianti di strada scadranno il prossimo anno, visto che il decreto Milleproroghe le allunga di fatto al 31 dicembre 2018. Prevedendo tuttavia per quella data la loro messa a bando, come prevede espressamente l’articolo 12 della direttiva. Se da un lato quindi c’è un rinvio di qualche mese, dall’altro il governo mette nero su bianco un termine per il rilascio delle nuove concessioni a mezzo bando. Di qui la protesta degli ambulanti, che chiedono che Palazzo Chigi intervenga direttamente per escludere completamente la categoria dall’obbligo di messa al bando delle concessioni pubbliche che sta alla base della direttiva.

CHE COSA NON VA NELLA BOLKESTEIN

Sulla questione è intervenuto anche Gregory Massa, del Gruppo ambulanti indipendente, associazione in seno all’Ugl. “Poco importa che molte famiglie abbiano investito lavoro e capitali nella loro attività con la prospettiva di qualche decennio, e nulla importa che molti altri stati membri abbiano ignorato completamente la categoria dal recepimento della norma europea, peraltro senza incorrere in sanzioni”, spiega a Formiche.net. Massa sottolinea poi l’aspetto dei costi per la Pa, che dovrà, qualora il governo non facesse marcia indietro, organizzare le gare. “Non dimentichiamo infatti che dietro all’esperimento dei bandi (stimati in circa un milione di procedimenti) si annidano una serie di interessi legati ai costi che essi comportano per pubblica amministrazione e operatori”.

IL PROBLEMA DELLA NAZIONALITA’

Gli addetti ai lavori fanno notare poi un’altro aspetto, oggetto di critiche da parte degli ambulanti. E cioè che la Bolkestein tende a semplificare le procedure amministrative e burocratiche per esercitare temporaneamente un’attività all’interno di un Paese Ue e mira a evitare le discriminazioni basate sulla nazionalità. In altre parole, un venditore ambulante tedesco che vuole trasferirsi temporaneamente in Italia deve avere gli stessi diritti di un ambulante italiano che presta i suoi servizi a casa sua.

LE PROSSIME MOSSE

A questo punto resta da capire cosa faranno gli ambulanti nelle prossime settimane. Claudio Venturini, presidente di Cna mercati, ha pochi dubbi. “Non è che noi ci divertiamo a stare per strada”, dice a Formiche.net. “Vogliamo esattamente le promesse fatte ai tassisti. Ma per farlo dobbiamo sederci a un tavolo col governo e spiegare la nostra posizione. Perché se l’esecutivo vuole davvero fare questa sciocchezza, allora ci deve ascoltare. Noi rimarremo in stato di agitazione finché tutto non verrà risolto a nostro favore”. Le rappresentanze non chiudono però all’ipotesi della messa a gara delle loro concessioni. “Se non altro dobbiamo avere il tempo di organizzarci. L’anno scarso concesso dal Milleproroghe non ci basta”.

LA SPONDA GRILLINA

I commercianti di strada possono poi contare sull’appoggio del M5S che, come provato da Virginia Raggi due giorni fa a Roma, cavalca la protesta. Più volte i grillini hanno organizzato alla Camera eventi a sostegno della categoria, oppure nelle piazze. E proprio mentre Montecitorio stava per approvare il Milleproroghe, il deputato pentastellato Vincenzo Caso, rivolgendosi alla presidente Laura Boldrini, ha chiesto “una sospensione dei lavori per trovare un accordo tra tutti i gruppi sui due emendamenti inseriti in modo subdolo al Senato che hanno creato malumori forti tra i cittadini e chiediamo la possibilità di trovare un accordo per eliminare quei due emendamenti che riguardano tassisti e ambulanti”.


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