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Ecco quanto la scissione nel Pd non interessa agli italiani. Report Lorien Consulting

La rilevazione di febbraio dell’Osservatorio Lorien evidenzia come, a fianco delle continue scosse nel centro Italia, oggi emerga anche la politica nazionale: l’assemblea del PD ha riempito le prime pagine di tutti i giornali, ma non risulta essere al centro dell’interesse e del dibattito degli italiani. L’attenzione è invece ancora notevole su Donald Trump (trattandosi di un tema di politica estera tradizionalmente poco seguita dalla popolazione italiana).

L’ASSEMBLEA DEL PD E L’IPOTESI SI SCISSIONE: GLI ITALIANI NON L’HANNO CAPITA

La quasi totalità degli italiani ha sentito parlare dell’assemblea del Partito Democratico, tuttavia meno di 1 italiano su 4 si ritiene realmente interessato alla vicenda, per lo più essa viene interpretata (sia dal totale degli italiani sia dagli elettori del PD) come una semplice lotta per la leadership che si è scatenata dopo le dimissioni di Renzi.
Tra gli elettori del PD c’è maggiore interesse (tuttavia solo il 51% si dichiara interessato alla questione) e a riprova di questo scarso interesse c’è anche la non comprensione del tema: solo il 35% degli elettori potenziali del PD ritiene di averne compreso i motivi (sul totale degli italiani esso scende ad appena il 26%).

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In sintesi: la vicenda, pur centrale nella vita politica italiana e trattata ampiamente da tutti i giornali, non interessa granché gli italiani e ha poca presa anche sugli elettori del PD.

Accanto al potenziale dei partiti tradizionali Lorien ha misurato il bacino (ovvero la somma degli elettori sicuri e di quelli che potrebbero prendere solo in considerazione il voto) dei nuovi movimenti/ partiti del centro-sinistra italiano: ne risulta uno scenario composto da elettorati estremamente sovrapposti, che se calcolati uno accanto all’altro (somma dei bacini) non conquistano molto di più rispetto ai consensi attuali del solo Partito Democratico.

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Singolarmente, il partito che uscirebbe dalla scissione della minoranza del Pd potrebbe avvalersi di un potenziale massimo dell’11% (sul totale degli italiani), ma che per la maggior parte (circa 8 su 10) risulterebbe sovrapposto a quello del PD, così come il bacino di campo progressista di Pisapia risulterebbe in gran parte sovrapposto a quello del PD e totalmente all’interno di quello del nuovo partito dalla minoranza.

INTENZIONI DI VOTO AL 23 FEBBRAIO 2017

Nonostante il terremoto politico del PD e le difficoltà del M5S a Roma, la situazione politica in termini di intenzioni di voto appare piuttosto cristallizzata: nuovi scenari potrebbero presentarsi solo in seguito alla scissione nel PD.

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Ad oggi solo il 55% degli italiani dichiara la propria scelta di voto, segno di una forte indecisione nell’elettorato accresciuta dall’indeterminatezza dello scenario politico (scissioni, nuovi movimenti, alleanze incerte, legge elettorale da riscrivere, etc.)

La già citata indeterminatezza politica di questa fase e il posizionamento incerto di molte forze politiche (soprattutto nei termini di future alleanze), nonché le incognite su quali saranno le regole del gioco alle prossime elezioni, fan si che una quota minore di cittadini prende posizione in favore di qualche partito.



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