Trump e Putin fotografati in un’esclusiva spa svizzera, proprio prima delle elezioni presidenziali: che scoop per il Sacramento Dispatch e le sue testate satelliti, Houston Leader, Salt Lake Guardian, New York Morning Post e Indianapolis Gazette. Tante le notizie-bomba pubblicate nel giro di poche ore dal sito di Sacramento, tra cui quella che recitava: “Trump nega l’intervento federale in aiuto di 188.000 cittadini della California evacuati per il rischio collasso della diga di Oroville”. E ancora: Trump mette al bando i vaccini, Trump vieta l’aborto. Notizie che sono state condivise sui social media ma che non hanno nulla di vero, perché il Sacramento Dispatch e tutte le testate correlate non esistono, quelle informazioni sono inventate di sana pianta e l’intero impianto è un castello di bufale costruito da una società di marketing per lanciare il nuovo horror della 20th Century Fox intitolato “A Cure for Wellness” e diretto da Gore Verbinski. Tutti questi falsi siti riportano alla pagina ufficiale del film. Ora.
BUFALE VIRALI
Certo, alcuni utenti su Twitter si sono chiesti se quella testata fosse reale e le sue notizie attendibili, diffondendole ma avvisando: “Sembrano fake news”. Finché Joanna Robinson, giornalista di Vanity Fair, ha twittato: “Non ho mai sentito nominare questo Sacramento Dispatch e dire che andavo a scuola a Sacramento…”, e Snopes, sito web scova-bufale, è intervenuto dichiarando a chiare lettere: è tutto un falso.
Ci è voluto un po’ per portare alla luce la maxi bufala perché il sito e le news erano costruiti per essere perfettamente attendibili e non c’era alcun disclaimer a informare che il tutto è frutto di una campagna di marketing, anche se veniva indicato, all’interno degli articoli, di condividere e commentare sui social media usando l’hashtag #acureforwellness. Ma qui è il punto: quanti sono arrivati a leggere o anche solo a osservare prima di condividere e twittare? La maggior parte dei lettori concede non più di 15 secondi a un articolo, ha scritto Tony Haile, fondatore e Ceo di Chartbeat: chi si metterà mai a controllare fonti e attendibilità?
MARKETING ESTREMO
Nella vicenda è intervenuto anche il sito BuzzFeed News, che ha interpellato la Regency Enterprises, società di produzione che ha lavorato al film e ha semplicemente risposto: “‘A Cure for Wellness è un film su una falsa cura che in realtà fa stare le persone peggio. Come parte della campagna pubblicitaria, è stato creato un falso sito di benessere, healthandwellness.co, e abbiamo collaborato con un creatore di fake news per pubblicare bufale”.
La 20th Century Fox si è però pentita di un marketing così spregiudicato (tra l’altro un vero boomerang per un film che sta ricevendo recensioni negative) e lo ha definito “inappropriato da ogni punto di vista” perché tradisce la fiducia dell’utente. E’ vero che la casa cinematografica cerca modi sempre più innovativi e creativi per pubblicizzare i suoi film e stupire ma stavolta “abbiamo proprio sbagliato. Stiamo modificando la campagna di marketing”.
Un esperto sentito da Variety ha definito l’intera operazione pubblicitaria “stupida in modo colossale” perché rischia di varcare i confini dell’etica pur di far conoscere quello che succede a Hollywood. “Non abbiamo certo bisogno di più falsi e bugie che circolano sul web”.
UN GIOCO PERICOLOSO
Il problema è proprio questo, commenta il Washington Post. “Fake news” è una delle espressioni più usate dal Presidente Donald Trump, che non manca di accusare i media di divulgare falsi e di scrivere su Twitter che su di lui si dicono solo bufale. In questo preoccupante contesto in cui gli organi di informazione vengono attaccati solo perché scrivono ciò che è sgradito, “giocare” con le bufale per fare marketing estremo è molto pericoloso, tanto più da parte di un’azienda delle rilevanza di 21st Century Fox e tanto più in un paese come gli Stati Uniti dove molta gente è armata: pensiamo a quanto accaduto a dicembre a Washington D.C. quando un giovane del North Carolina ha cercato di far fuoco col suo fucile d’assalto (per fortuna senza conseguenze) nella pizzeria Comet Ping Pong perché aveva letto su Internet che il locale era una copertura per la tratta dei bambini e anche Hillary Clinton era coinvolta. Ovviamente, era una fake news. Il fucile, però, era vero.