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Perché la frenesia elettoralistica di Matteo Renzi è deleteria

Dice Giuliano Cazzola nel suo articolo di ieri su Formiche.net: “Uno degli argomenti che Matteo Renzi usa per andare a votare prima dell’estate è quello di impedire così che i parlamentari (eletti per la prima volta in questa legislatura) non maturino la pensione. Ormai l’unica risorsa che gli è rimasta è una velenosa demagogia, quella stessa che gli ha provocato l’amara sconfitta del 4 dicembre. Si vede che non gli è bastata la lezione.”

Non mi pare che abbia torto l’originale, simpatico e acuto esperto bolognese di politiche del lavoro. E’ davvero sciocca la sortita renziana sulle motivazioni per sciogliere le Camere con un anno da anticipo. Il mondo si trova ad affrontare una difficile e lunga crisi sociale, politica ed economica, acuita dalla Brexit in Europa e dalla elezione di Trump negli Stati Uniti e qui da noi in Italia pensiamo a votare prima, ma perché? C’è un nuovo disegno miracoloso di governo che può sostituire l’attuale, a prescindere dalla nuova o vecchia legge elettorale? No! E allora, perché andare a votare anticipatamente? Per accontentare Renzi nel riprendersi la rivincita e sbaragliare tutti? Campa cavallo…Con quali argomenti di sostanza non si sa. E’ certo che Renzi si è posto ufficialmente come concorrente di Grillo sulla questione vitalizi, che guarda un po’, ha suscitato le ire anche di molti deputati dello stesso Pd vicini al segretario. Infatti, l’idea di demonizzare per l’ennesima volta, dopo la campagna elettorale referendaria sulle riforme, i costi della politica è poco credibile. Renzi tra i vari discorsi tenuti ufficialmente e ufficiosamente in questi giorni ha sostenuto che bisogna garantire la stabilità di governo. Ma come? Se ha già fatto dimettere Enrico Letta mille giorni fa e adesso vorrebbe ripetere l’operazione con Paolo Gentiloni? Bella stabilità! Perché? Perché capisce che più il tempo passa e più è fuori dai giochi. Ma è semplicemente anacronistico! Renzi si è detto pronto a ridurre l’Irper, cosa impossibilissima data la situazione economico-finanziatria del Paese, se ritornerà a fare il capo del governo. Lo stupore cresce ancora. E’ stato a Palazzo Chigi fino a ieri, perché non ci ha pensato allora?
La sinistra purtroppo qualsiasi gradazione di rosso indossa non sarà mai vera forza di governo. l’Italia è una eccezione. Germania, Francia, Spagna, Inghilterra hanno imboccato o, stanno per farlo, strade opposte. Giovanni Giolitti era solito affermare: “la sinistra non sa governare e non fa governare”.

L’informazione scritta e parlata sta rilanciando con forza questa rinnovata idea di Ulivo che si aggira nel Pd. In sostanza vorrebbe dire un ritorno di Romano Prodi alla politica attiva, potrebbe anche essere una possibile transizione verso un nuovo e organico progetto di governo, ma da solo non credo sia sufficiente. I partiti non ci sono più, grave limite della politica italiana. E allora, se non ci sono più i partiti si faccia in modo che vengano riscoperte almeno le culture politiche che hanno costruito la democrazia in Italia nel Novecento, e che lo hanno fatto favorendo la più ampia partecipazione dei cittadini alla vita politica, applicando sistemi elettorali coerenti.


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